Ben 116 aziende ispezionate in tutt’Italia, oltre 1.200 software e 400 tra PC e hard-disk illecitamente utilizzati finiti sotto sequestro, 71 responsabili aziendali denunciati a piede libero per violazione della normativa sul diritto d’autore. Si è svolta nei giorni scorsi l’operazione denominata “Underli©ensing 2”, condotta dalla Guardia di Finanza, che, con il coordinamento del Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale, ha visto impegnati i Finanzieri dei vari Comandi Provinciali nell’esecuzione di 116 ispezioni presso le sedi di altrettante società dislocate sull’intero territorio nazionale ed operanti prevalentemente nel settore della progettazione industriale ed edile.
L’esecuzione dei controlli è stata affidata, tra gli altri, agli “specialisti” della Guardia di Finanza, dislocati presso ogni Nucleo di Polizia Tributaria ed appositamente formati quali “C.F.D.A. - Computer Forensics Data Analysis”, esperti nell’esaminare e rilevare anche i contenuti più remoti e nascosti nelle memorie virtuali dei supporti informatici. Al termine delle ispezioni, ben settantuno responsabili sono stati denunziati all’Autorità Giudiziaria per violazioni della normativa sul diritto d’autore (Legge n. 633 del 1941). Presso le loro sedi sono stati sequestrati oltre 1.200 prodotti privi di regolare licenza, per un controvalore commerciale di almeno due milioni di euro e circa quattrocento apparati hardware, tra computer ed hard-disk.
L’indagine - spiega una nota della Guardia di Finanza -, ha fatto emergere che il 57% delle società controllate utilizzava software illegali, percentuale questa addirittura superiore alle già non incoraggianti stime dell’ultimo Global Software Survey di BSA, diffusa lo scorso maggio a livello mondiale, che assegnava all’Italia un tasso di pirateria in calo e collocato al 45%, con tassi di irregolarità molto differenti tra le varie aree geografiche italiane. Più della metà degli imprenditori controllati nel Nord del Paese sono risultati non in regola; la percentuale sale ulteriormente se si ci sposta al Sud, dove, per ogni 4 imprese, 3 sono risultate irregolari, mentre al Centro il 64% degli imprenditori ha regolarmente acquistato ed utilizza software originali.
Varie, talvolta persino “pittoresche”, le reazioni avute dai contribuenti al momento del controllo. Vi è stato chi ha cercato, in qualche modo, di cancellare le “tracce” dell’illecito, con un maldestro tentativo di intervento, da “remoto”, sulle macchine oggetto di ispezione informatica per rimuovere i programmi illeciti, proprio mentre i militari procedevano all’acquisizione forense dei contenuti software del computer e chi ha provato a giustificarsi riversando le responsabilità su un imprecisato ed indistinto numero di “praticanti” che si sono succeduti nella propria azienda e che in autonomia avrebbero installato il software illegale. Agli imprenditori e manager “pirati” sono state contestate sanzioni pari a circa 4 milioni di euro.
La BSA | The Software Alliance Italia, l’alleanza dei produttori di software, ha inteso esprimere il proprio apprezzamento per l’operazione appena conclusa, così commentando: “Evidentemente i comportamenti illegali sono ancora più radicati nel costume nazionale di quanto noi pensiamo. Ancor più vitale, in questo preoccupante scenario, il capillare lavoro di contrasto all’illegalità svolto dalla Guardia di Finanza con impegno a difesa della legge dello Stato e delle imprese oneste. È doloroso dover pensare che una cultura della legalità nel nostro Paese si possa ottenere solo attraverso l’enforcement, ma i risultati della UNDERLI©ENSING 2 ci inducono ad auspicare che la Guardia di Finanza non allenti la pressione sul malcostume”.
“A tal fine BSA appoggerà con convinzione le prossime campagne che le Fiamme Gialle organizzeranno sul territorio”, ha concluso. L’operazione “Underli©ensing 2” si inserisce nel quadro della collaborazione e della sinergia tra Istituzioni e Forze di Polizia che caratterizza il S.I.A.C. (https://siac.gdf.it). In un’ottica di sicurezza partecipata, le aziende titolari di diritti di privativa industriale ed intellettuale condividono le informazioni rilevanti con il Corpo, che dispone, in tal modo, di maggiori e più penetranti strumenti per garantire la legalità e tutelare l’economia. Inoltre, il S.I.A.C., rimarcando il ruolo di centralità che la Guardia di Finanza riveste nella tutela della proprietà intellettuale, si pone come centrale punto di riferimento nel contrasto all’“industria del falso”.
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