(AGI) - Monito della Corte dei Conti sul nuovo redditometro: no all'uso disinvolto dei dati. Ma l'Agenzia delle Entrate difende lo strumento e precisa: saranno accertati solo l'evasione spudorata e i finti poveri. Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, in occasione del convegno 'L'anagrafe tributaria nella prospettiva del federalismo fiscale' ha chiesto cautela: e' necessario "evitare l'uso disinvolto di informazioni disallineate e non verificate" nell'adozione di strumenti come il redditometro.
"Il redditometro - ha aggiunto - come tutti gli strumenti presuntivi ha bisogno di cautela per l'efficacia probatoria. E' necessario che l'amministrazione verifichi sempre i risultati e proceda all'accertamento". Per l'Agenzia delle Entrate si tratta di uno "strumento utile e idoneo per intercettare forme di evasione spudorata e finti poveri". Il vicedirettore Marco Di Capua ha voluto sottolineare che il redditometro "non e' una panacea, e' uno strumento insieme ad altri e importante come altri. Non e' uno strumento di accertamento di massa".
I controlli del redditometro sui contribuenti "saranno inferiori ai 40 mila l'anno", ha continuato e "non interessera' situazioni in cui la spesa si discosta dal reddito di mille euro per dodici mesi l'anno". "Con la platea di spesa ampliata non c'e' criminalizzazione della ricchezza", ha detto ancora. "Quello che interessa non e' piu' perche' ho comprato o perche' ho speso ma che si sia speso. E' giusto che ci sia liberta' di impiego del proprio reddito".
L'Agenzia sta comunque ancora lavorando alla definizione della circolare applicativa del redditometro. Secondo il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera lo strumento consentira' di potenziare da subito la strategia della lotta all'evasione. "La strategia verra' potenziata nell'immediato con il redditometro", ha spiegato precisando che per le persone fisiche "l'analisi dell'infedelta' fiscale si concentrata sulla compatibilita' tra reddito consumato e dichiarato".
"E' uno strumento che a differenza del passato abbandona il ricorso alla presunzione di disponibilita' di pochi beni e si concentra sulla spesa effettiva del contribuente che ha un reddito non adeguato a supportarla". L'evasione fiscale "e' un male da estirpare da questo Paese", ha aggiunto Befera ricordando che "ogni anno 120 miliardi di euro vengono sottratti alla collettivita'".
Comunque, ha concluso, "nel 2012 sono stati confermati i risultati positivi 2011 (circa 13 miliardi, ndr) nel recupero dell'evasione nonostante il periodo di crisi". Befera ha spiegato che dal 2008 sono "oltre 1,8 milioni le rateazioni concesse per oltre 22 miliardi: somme che stiamo recuperando ma in un lasso di tempo lungo". "Nell'ultimo periodo - conclude - e' cresciuta la sensibilita' dell'opinione pubblica rispetto all'evasione fiscale che tende a essere percepita in tutta la sua gravita'".
Fonte: AGI
Via: Corte dei Conti
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