Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Angelo M. Cardani, relatori Maurizio Decina e Antonio Martusciello, ha approvato ieri all’unanimità il provvedimento definitivo sulle regole per l’asta delle frequenze televisive del digitale terrestre. Il provvedimento verrà ora trasmesso al ministero dello Sviluppo economico al quale la legge n. 44 del 2012 affida il compito di approvare il bando di gara e di gestire la procedura.
Il provvedimento approvato - spiega l’Autorità - introduce una serie di modifiche rispetto allo schema approvato il 14 novembre 2012, sottoposto a consultazione pubblica tra i soggetti interessati e oggetto di una continua, approfondita interlocuzione con la Commissione europea. All’asta andranno frequenze che compongono tre reti televisive digitali terrestri nazionali con un diritto d’uso ventennale.
Per rispondere all’obiettivo di garantire un maggior grado di concorrenza e pluralismo nella diffusione dei contenuti - si legge in una nota -, come richiesto anche dalla Commissione europea, il provvedimento consente di concorrere per tutti e tre i lotti (L1, L2, L3) ai soli nuovi entranti o piccoli operatori (cioè che detengono un solo multiplex) e per due lotti agli operatori già in possesso di due multiplex; limita ad un solo multiplex la partecipazione degli operatori integrati, attivi su altre piattaforme con una quota di mercato superiore al 50% della tv a pagamento; esclude dalla partecipazione alla gara gli operatori che detengono tre o più multiplex.
In un’ottica di gestione efficiente dello spettro e di sviluppo futuro dei servizi destinati all’LTE, è stato deciso di escludere dalla gara le frequenze dei lotti U di durata quinquennale previsti nel primo schema di provvedimento. Attraverso questo provvedimento l’Autorità ha individuato un percorso che dovrebbe portare a un riordino complessivo e di pianificazione delle risorse frequenziali nazionali assegnate alla televisione digitale terrestre e di risolvere così alcune criticità in un orizzonte di breve-medio periodo.
L’Autorità - conclude la nota -, nell’ambito dei propri poteri e fino al mutare delle attuali condizioni tecnologiche e di mercato, assicurerà il rispetto del cap di 5 multiplex che ogni operatore può detenere anche al di fuori della gara. Nel settore televisivo nazionale la principale recente innovazione è stata il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale terrestre, conclusasi a metà del 2012. L’Italia è uno dei pochi Paesi ad aver adottato estensivamente la tecnica di pianificazione delle reti SFN (Single Frequency Network).
Fonte: AGCOM
Per rispondere all’obiettivo di garantire un maggior grado di concorrenza e pluralismo nella diffusione dei contenuti - si legge in una nota -, come richiesto anche dalla Commissione europea, il provvedimento consente di concorrere per tutti e tre i lotti (L1, L2, L3) ai soli nuovi entranti o piccoli operatori (cioè che detengono un solo multiplex) e per due lotti agli operatori già in possesso di due multiplex; limita ad un solo multiplex la partecipazione degli operatori integrati, attivi su altre piattaforme con una quota di mercato superiore al 50% della tv a pagamento; esclude dalla partecipazione alla gara gli operatori che detengono tre o più multiplex.
In un’ottica di gestione efficiente dello spettro e di sviluppo futuro dei servizi destinati all’LTE, è stato deciso di escludere dalla gara le frequenze dei lotti U di durata quinquennale previsti nel primo schema di provvedimento. Attraverso questo provvedimento l’Autorità ha individuato un percorso che dovrebbe portare a un riordino complessivo e di pianificazione delle risorse frequenziali nazionali assegnate alla televisione digitale terrestre e di risolvere così alcune criticità in un orizzonte di breve-medio periodo.
L’Autorità - conclude la nota -, nell’ambito dei propri poteri e fino al mutare delle attuali condizioni tecnologiche e di mercato, assicurerà il rispetto del cap di 5 multiplex che ogni operatore può detenere anche al di fuori della gara. Nel settore televisivo nazionale la principale recente innovazione è stata il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale terrestre, conclusasi a metà del 2012. L’Italia è uno dei pochi Paesi ad aver adottato estensivamente la tecnica di pianificazione delle reti SFN (Single Frequency Network).
Fonte: AGCOM
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