Un'operazione con arresti e perquisizioni contro presunti appartenenti ad Anonymous è in corso in tutta Italia da parte degli uomini della Polizia Postale. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Roma. Secondo le indagini, alcuni di loro sarebbero responsabili anche degli attacchi ai siti del governo, del Vaticano e del Parlamento. L'organizzazione avrebbe attaccato anche i siti della Polizia Postale e dei Carabinieri. Dai primi accertamenti i primi quattro hacker arrestati avrebbero sfruttato il marchio per interessi personali, che poco o nulla avrebbero a che fare con le operazioni tipiche della crew.
Nell'ambito dell'operazione ''Tango Down'' il personale del Cnaipic (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) della Polizia Postale e delle Comunicazioni sta eseguendo in tutta Italia diverse perquisizioni e misure cautelari, alcune delle quali, già eseguite, nei confronti di un' associazione per delinquere composta da hacker che, "celandosi dietro il nome di ''Anonymous'' ed approfittando della notorietà del movimento, era dedita alla commissione di attacchi nei confronti dei sistemi informatici di infrastrutture critiche, siti istituzionali ed importanti aziende".
Sarebbero responsabili anche degli attacchi ai siti del governo, del Vaticano e del Parlamento, gli hacker arrestati stamani. In particolare, sono quattro i provvedimenti di arresto ai domiciliari, mentre sono una decina le perquisizioni eseguite. Secondo le indagini, i quattro arrestati facevano parte del movimento di Anonymous e ne sfruttavano il logo per interessi personali. Secondo gli inquirenti i 4 sarebbero responsabili di vari attacchi informatici ad alto livello. Tra gli obiettivi degli attacchi hacker lo stesso Cnaipic e i siti di diverse importanti aziende italiane.
A febbraio scorso erano stati hackerati i siti del tribunale di Milano e del Dap. Sulla base delle indagini coordinate dalla Procura di Roma, gli inquirenti hanno ricostruito il ruolo degli hacker arrestati: per le loro capacità erano stati identificati con il vertice di Anonymous, mentre in realtà approfittavano della notorietà del movimento per perseguire propri interessi in un certo senso "tradendo" la causa. Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa presso l'Ufficio Relazioni Esterne e Cerimoniale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza in Piazza del Viminale 7 Roma.
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