A quattro mesi dal decreto Crescita 2.0, Asstel chiede con urgenza l’emanazione del regolamento sugli scavi per la posa in opera della fibra ottica, che sia una norma agile, con standard autorizzativi, temporali e tecnici valevoli per tutto il territorio nazionale.
“E’ del tutto inaccettabile che il più importante ciclo di investimenti sulla modernizzazione del Paese, quale è quello a cui stanno dando vita gli operatori di Tlc per realizzare le nuove reti a banda larga e ultra larga, dell’ordine tra gli 8 e i 10 miliardi di euro, possa essere messo a rischio da un semplice regolamento sugli scavi stradali”- è con profonda preoccupazione e una certa dose d’indignazione che Cesare Avenia, presidente di Assotelecomunicazioni-Asstel, l’associazione confindustriale delle imprese della filiera delle Tlc, denuncia l’assurdità di una vicenda che da quasi quattro mesi sta di fatto bloccando l’emanazione del regolamento attuativo dell’art.14 della legge Crescita 2.0 destinato a semplificare e innovare l’iter burocratico e costruttivo delle nuove reti in fibra ottica.
L’ultimo stop alla bozza predisposta dal Ministero dello Sviluppo è arrivato dal Ministero dei Trasporti, determinato soprattutto dall’opposizione dell’Anas alle minitrincee di scavo, a cui si sono aggiunti i timori dei Comuni, espressi recentemente dall’Anci, che chiedono la condivisione preventiva del regolamento.
“Purtroppo sta prevalendo la logica di conservazione di proprie prerogative e situazioni di vantaggio invece dell’interesse generale, che oggi si identifica con l’urgenza di dotare il Paese di infrastrutture di telecomunicazioni innovative, rispettando gli obiettivi dell’Agenda digitale europea - sottolinea Avenia - Nessun operatore pensa di dover dar luogo a una giungla di scavi senza controllo, ma anzi il regolamento nasce dall’esigenza di facilitare la rapida posa in opera della nuova rete, secondo le modalità meno invasive, a minor impatto ambientale e meno onerose, come avviene appunto con le minitrincee. Questa dovrebbe essere la principale preoccupazione delle istituzioni coinvolte, non quella di porre paletti”.
“Se lo sviluppo delle reti Tlc è l’asset strategico su cui innescare anche in Italia, come sta avvenendo nei principali paesi, una nuova fase di crescita dell’economia- conclude il presidente di Asstel – allora va fatta una scelta di fondo rispetto alla quale vanno calibrare il peso delle diverse istanze. E in questo caso l’obiettivo, per tutti, non può che essere quello di emanare una norma agile, semplice, che stabilisca tempi dei permessi certi e standard tecnici e autorizzativi valevoli per tutto il territorio nazionale”.
Fonte: Asstel
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