Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto il divieto di divulgare e trattare ulteriormente il contenuto delle mail dei deputati del Movimento 5 Stelle [doc. web n. 2411368] originariamente diffuse in rete. "Le testate giornalistiche, i siti web e chiunque detenga queste mail, per averle eventualmente scaricate, dovrà provvedere a cancellarle, anche dai propri archivi", dice il Garante in una nota.
Dopo il primo forte monito affinché venisse rispettata la privacy dei parlamentari coinvolti, lanciato immediatamente in seguito all'hackeraggio delle mail, il Garante ha adottato ieri un provvedimento (che verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) le cui motivazioni risiedono nella violazione di diverse norme. L'attività compiuta a danno dei deputati configura, innanzitutto, una grave violazione di un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione, quello alla segretezza della corrispondenza e delle comunicazioni di ogni cittadino, aggravato in questo caso dal fatto che ad essere stata violata è la corrispondenza di membri del Parlamento, tutelati da specifiche disposizioni costituzionali.
L'attività posta in essere dagli hacker, oltre che una responsabilità di natura penale (art. 616 e seguenti del codice penale) - il cui accertamento è già al vaglio dell'autorità giudiziaria - ha comportato una violazione del Codice privacy per quanto attiene a tutte le informazioni contenute nella corrispondenza che sono state diffuse all'insaputa e contro la volontà degli interessati, violando il principio generale in base al quale i dati personali dei cittadini devono essere trattati in modo lecito, secondo correttezza e raccolti e utilizzati per scopi legittimi.
Come rilevato dal Garante, inoltre, la vicenda ha determinato la lesione del diritto alla riservatezza non solo dei diretti interessati, cioè dei parlamentari intestatari degli indirizzi di posta elettronica, ma anche di tutti coloro che sono entrati in contatto con essi tramite mail, nonché eventualmente di terzi citati nelle comunicazioni. Alla luce di queste considerazioni, l'illiceità della iniziale acquisizione delle comunicazioni e della successiva messa a disposizione delle stesse sul web, ha sottolineato l'Autorità, estende i suoi effetti anche ai successivi trattamenti di dati, rendendo illecita ogni altra successiva operazione di raccolta, conservazione e ulteriore utilizzo degli stessi dati.
Il Garante ha dunque disposto il divieto di "ogni eventuale ulteriore trattamento" delle mail dei deputati M5S e ha di conseguenza imposto l'obbligo per chi le detiene di provvedere alla loro cancellazione. Il mancato rispetto delle prescrizioni del Garante espone a sanzioni amministrative e penali. Il Garante per la Privacy sblocca così l'impasse che è venuta a crearsi attorno delle mail private di vari esponenti del Movimento 5 Stelle pubblicate online.
Fonte: Garante Privacy
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