E' boom in Italia per Tablet, Smartphone e smart Tv, i device che segnano l'avvento del New Internet, mentre calano le vendite dei dispositivi più tradizionali cioè computer, in particolare portatili, smart-box e stampanti. Per dare un'idea del fenomeno Assinform, l'Associazione Italiana dell'Information Technology, ha calcolato che nel 2012 le vendite di Pc sono diminuite del 13,8% (con un calo ancora più vistoso nella componente dei portatili), mentre quelle dei tablet hanno messo a segno un +140%, superando quota due milioni di pezzi, anche se con un incremento in valore (798 milioni, +69,1%) contenuto per effetto del progressivo calo dei prezzi..
Allo stesso modo le vendite di chiavette Internet e dei classici cellulari sono diminuite del 13,2%, mentre quelle di smartphone sono balzate del 62% con 8,6 milioni di pezzi venduti. In forte crescita anche il giro d'affari dei telefoni intelligenti che è stato pari a 2,3 miliardi di euro (+40%), rispetto agli 815 milioni dei cellulari tradizionali. I dati emersi dall'indagine confermano che, a fronte di un'economia reale che a livello mondiale è cresciuta nel 2012 del 3,2% rispetto all'anno precedente, l'economia digitale, definita come Global Digital Market, ha marciato alla velocità di +5,2%, giungendo a coprire quasi il 6% del PIL mondiale.
In Europa il tasso medio di crescita del GDM si è attestato a +0,6%, ma il peso dell'economia digitale è giunto al 6,8% del PIL europeo. Nello stesso periodo, in Italia l'economia reale è calata del -2,4%, mentre il Global Digital Market, che rappresenta il 4,9% del PIL nazionale con un valore di 68.141 milioni di euro, ha registrato una dinamica del -1,8%. Tale trend, pur essendo in attenuazione rispetto all'anno precedente (-2,1%nel 2011/10), segnala la crisi dei servizi ICT tradizionali (-4,7%), che rappresentano in valore oltre la metà del mercato, a cui si oppone la crescita dei contenuti e pubblicità digitale (+7,2%) e del software e soluzioni ICT (+2,4%). Paolo Angelucci, presidente dell'Associazione nazionale delle imprese IT, ha dichiarato:
In Europa il tasso medio di crescita del GDM si è attestato a +0,6%, ma il peso dell'economia digitale è giunto al 6,8% del PIL europeo. Nello stesso periodo, in Italia l'economia reale è calata del -2,4%, mentre il Global Digital Market, che rappresenta il 4,9% del PIL nazionale con un valore di 68.141 milioni di euro, ha registrato una dinamica del -1,8%. Tale trend, pur essendo in attenuazione rispetto all'anno precedente (-2,1%nel 2011/10), segnala la crisi dei servizi ICT tradizionali (-4,7%), che rappresentano in valore oltre la metà del mercato, a cui si oppone la crescita dei contenuti e pubblicità digitale (+7,2%) e del software e soluzioni ICT (+2,4%). Paolo Angelucci, presidente dell'Associazione nazionale delle imprese IT, ha dichiarato:
"Internet, il mobile, l'economia dei social network stanno velocemente trasformando il mondo, spingendo gli investimenti ad aprire nuovi orizzonti tecnologici e applicativi, generando nuove opportunità di crescita per quei paesi, quei settori economici, quelle imprese che accettano la sfida del cambiamento attraverso l'innovazione digitale. Anche in Italia la pressione dell'evoluzione tecnologica sta producendo effetti positivi sui segmenti più legati al web e al mobile. Sviluppo dei contenuti digitali e della pubblicità on line, del segmento software e nuove soluzioni ICT, della musica e dell'editoria online, il boom di smartphone, eReader e tablet e dei servizi innovativi a essi associati, dimostrano che questi segmenti non solo non risentono della crisi, ma sono già dentro l'economia italiana, crescendo mediamente del 7,5% e contribuendo a significative trasformazioni nei modelli di consumo e di business. Ma ciò sta avvenendo in un contesto nazionale ancora poco sensibile all'innovazione, in cui per un'impresa ogni nuovo investimento rappresenta un vero e proprio azzardo, così che le best practice rimangono fenomeni isolati e non acquisiscono la dimensione necessaria a incidere sui trend negativi e a compensare la crisi dell'IT tradizionale. Da qui le ragioni del ritardo con cui si va affermando l'economia digitale in Italia rispetto al resto del mondo e il continuo calo di fatturato del settore IT che, per il quinto anno consecutivo, chiude i conti in rosso con -4% di calo di fatturato, spinto verso il basso dalla crisi delle componenti tradizionali, che rappresentano ancora la quota preponderante del mercato".
Fonte: TMNews
Via: Assinform
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