Pentole e pentolini, cucchiai e cucchiaini, forchette e coltelli, padelle e scolapasta e altri utensili da cucina: tutto prodotto in India a basso costo attraverso la fusione nella lega d'acciaio del cobalto 60, materiale decisamente più economico ma soprattutto radioattivo che adesso viene cercato in mezza Italia dopo l'approdo nel porto di Taranto. Il motivo: una parte è stata messa in commercio e dopo le analisi è scattato l'allarme da parte delle Asl.
La vicenda risale allo scorso dicembre quando il carico è giunto in Italia e l'importatore, seguendo le norme, ha prelevato alcuni pezzi e li ha spediti agli organi di controllo. Nel frattempo ha iniziato a vendere l'immenso carico in pezzi in ogni città (Milano, Palermo, Firenze, Napoli, Recanati, Viterbo, Arezzo, Prato, Terzigno, San Giuseppe Vesuviano, Oristano, Padova e Verona). A febbraio sono state completate le analisi ed è arrivata l'incredibile scoperta.
Le pentole e i tegami e gli utensili importati contengono pericolosissimo cobalto 60, letale se ingerito. Lo sbarco è avvenuto il 21 dicembre dell'anno scorso. A quel punto sono state seguite tutte le procedure internazionali di sicurezza. Due campioni dei prodotti sono stati prelevati dagli agenti dell'Ufficio di sanità marittima ed europea del ministero della Salute (Usmaf) e sono stati inviati all'istituto zooprofilattico sperimentale di Foggia: l'1 febbraio sono arrivati i risultati ed è scattato l'allarme.
I tecnici hanno imposto lo stop, è stata fatta un'ispezione nella ditta importatrice e sono stati trovati 700 colli ancora sistemati nei magazzini. Sulla merce venuta dall'India e contaminata dal cobalto anche se la presenza non è eccessiva - sono state rilevate fonti di radioattività: è stato disposto il sequestro, la zona è stata isolata. Un bel sospiro di sollievo. Ma a quanto pare non definitivo.
Perché una parte del carico aveva già preso il volo e sarebbe ancora in giro per l'Italia, oltre che a Malta e in Montenegro anche a Napoli, perché i documenti erano in regola ed era stato quindi concesso il nullaosta alla commercializzazione. Il rischio è che il materiale possa essere finito sugli scaffali di diversi punti vendita. Una volta recuperato tutto (se sarà possibile) il materiale radioattivo dovrà essere smaltito.
Il Cobalto 60 è un isotopo radioattivo e instabile del cobalto che decadendo emette radiazioni ionizzanti. A causa della sua corta emivita, pari a 5,27 anni, il cobalto 60 non si trova in natura. Impiegato in passato anche per scopi medici, ora non più utilizzato a causa anche dell'alta tossicità. L'allarme pentole radioattive non è ancora cessato ed i controlli vanno avanti a ritmo serrato, con l'obiettivo di rintracciare tutte le stoviglie radioattive finite sul territorio italiano.
Fonte: Il Giornale
Via: Il Messaggero
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