"La vitamina D è un ormone che partecipa alla regolazione di oltre 2000 geni", è così che è cominciata la puntuale relazione del Prof. Saggese, presidente del congresso sulla vitamina D, che si è svolto presso l’Hotel Galilei di Pisa lo scorso 17 maggio. Molti gli studiosi nazionali ed internazionali intervenuti in questa giornata densa di comunicazioni per ricordare l’importanza che questa vitamina ha sul controllo di disturbi sia scheletrici che extra-scheletrici, nell’età pediatrica, ma non solo.
Il Prof. Saggese ha sottolineato l’importanza di garantire adeguati livelli di vitamina D fin dalla nascita ribadendo che la prevenzione va fatta in età pediatrica soprattutto nel periodo in cui viene raggiunto il picco di massa ossea. La profilassi, inoltre, deve essere effettuata in tutti i lattanti, indipendentemente che l’allattamento sia al seno o con latti formulati.
La Dott.ssa Kowalska ha invece analizzato il rapporto fra vitamina D e gravidanza. Bassi livelli di vitamina D possono costituire un rischio sia per la futura mamma (diabete gestazionale, vaginiti batteriche, preeclampsia e parto pretermine) sia per il nascituro (basso peso alla nascita, ipocalcemia, demineralizzazione dello scheletro, problemi allergici, malattie immuno-mediate).
L’entusiasmante relazione del Prof. Holick ha carpito l’intera platea ed è stata focalizzata sull’importanza dell’irraggiamento solare nella produzione di vitamina D. Considerando che la maggior parte della vitamina D presente nel nostro organismo viene prodotta in seguito all’esposizione della cute all’irradiazione solare, è bene riconsiderare il nostro rapporto con il sole, proprio nell’ottica di identificarlo come la fonte primaria di vitamina D.
La carenza di vitamina D è associata a numerose malattie dell’osso, osteomalacia e perdita di forza muscolare ed alcuni studi recenti sembrano mostrare un suo ruolo in patologie quali cancro, malattie autoimmuni, infezioni, disturbi cardiovascolari e diabete. Alle nostre latitudini è sufficiente esporre almeno braccia e gambe per minimo 5-15 minuti nei mesi più caldi per far sì che vengano prodotti livelli adeguati di vitamina D.
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È da considerare, però, che l’irraggiamento solare nei mesi da novembre a febbraio alla nostra latitudine non ha effetto sulla produzione della vitamina D e anche l’apporto dovuto ai cibi non è sufficiente a garantire il nostro fabbisogno. Le ultime raccomandazioni dell’IOM (Institute of Medicine) del 2010, riprese nelle linea guida dell’AAP (American Academy of Pediatrics) di giugno 2011, raddoppiano i livelli di vitamina D raccomandati, che per fasce d’età sono i seguenti: 0-1 anni: 400-1000 UI/die; 1-18: 600-1000 UI/die; 18+: 1500-2000; negli obesi tali dosi andrebbero raddoppiate o triplicate.
Anche i nuovi LARN 2012 (raccomandazioni per la popolazione italiana) si sono allineati a questi valori. La giornata è stata, inoltre, animata da numerose comunicazioni orali e poster sul rachitismo. Il dott. Shaw del Birmingham Chidren’s Hospital ha illustrato le forme di origine alimentare o dovute ad altra eziologia (es. poca esposizione alla luce solare, pigmentazione scura della pelle, inquinamento atmosferico), mentre la dott.ssa Weber dell’Ospedale San Raffaele ha illustrato le forme di origine genetica.
Diversamente da quanto si possa pensare, il rachitismo è in aumento soprattutto per via dei flussi migratori: infatti la maggior parte dei bambini affetti da tale patologia sono extracomunitari che, oltre ad avere la pelle scura e quindi produrre meno vitamina D, non sempre hanno effettuato un’adeguata profilassi nei primi anni di vita. Le forme genetiche di rachitismo, invece, sono molto rare e determinano un difetto nel metabolismo della vitamina D o nella sua azione.
Il congresso ha, inoltre, trattato aspetti legati al ruolo della vitamina D a livello extrascheletrico: uno stato vitaminico D ottimale è risultato, infatti, protettivo nei confronti di alcune infezioni batteriche, come la tubercolosi, e virali, come la bronchiolite e l’influenza, ma anche di patologie a carattere immunitario quali l’asma e la dermatite atopica. La carenza di vitamina D risulta, inoltre, associata anche ad obesità e sindrome metabolica.
Le ultime relazioni del congresso si sono focalizzate sull’osteoporosi in età pediatrica e sulla misura della massa ossea con tecniche densitometriche. In questo ambito, la Dott.ssa Iorgi dell’Ospedale Gaslini di Genova ha spiegato i pro e contro delle varie tecniche densitometriche. Alla luce di tutte le comunicazioni, possiamo estrapolare un concetto fondamentale e cioè l’importanza del garantire uno stato vitaminico D ottimale per la promozione della salute globale del bambino e dell’adolescente.
A cura della Redazione di vitaminad.it
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Foto credit: Wikimedia
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