Usa, non solo al cellulare: utenti spiati anche sul web e social media


Si allarga lo scandalo attorno all'operato della National Security Agency (Nsa) e dell'Fbi. Dopo lo scoop del Guardian sulle utenze Verizon intercettate, il Washington Post ha infatti rivelato che non sono sotto controllo soltanto le comunicazioni telefoniche di milioni di americani, ma il governo ha accesso anche ai server dei nove giganti del web, Microsoft, Yahoo!, Google, Facebook, PalTalk, Aol, Skype, Youtube e Apple, dai quali prelevano audio e video, fotografie, e-mail, documenti e contatti.

Mentre il Wall Street Journal, citando fonti ben informate, scrive che la Nsa ha accesso anche ai dati sulle transazioni delle carte di credito. Non è chiaro se gli accordi dell'Nsa con le compagnie che gestiscono le carte di credito sono ancora in corso o se sono stati limitati nel tempo. Facebook ha negato l'accesso diretto ai suoi server da parte del Governo statunitense. Sempre secondo quanto scrive il Wall Street Journal, la Nsa ha accesso anche ai dati degli operatori telefonici AT&T e Sprint.

Il programma segreto dal nome in codice "Prism", scrive il Washington Post, è nato nel 2007 sulle ceneri del controverso programma segreto di sorveglianza voluto dal presidente George W. Bush dopo gli attacchi dell'11 settembre. Con una dichiarazione diffusa nella tarda serata di ieri, il direttore della Nationals Security Agency James R. Clapper ha definito le "informazioni raccolte grazie a questo programma tra le più importanti informazioni di intelligence ottenute, usate per proteggere la nostra nazione da una grande varietà di minacce".

Secondo il giornale, ha esaminato un elenco riservato di imprese e di servizi che partecipano a PRISM. Nelle dichiarazioni, Apple, Facebook, Google, Microsoft e Yahoo hanno detto che forniscono al governo solo i dati dell'utente previsti dalla legge. La NSA non sta ottenendo i nomi dei clienti o il contenuto di conversazioni telefoniche sotto l'ordine del tribunale di Verizon, ma questo non significa che l'informazione non può essere legata ad altri dati provenienti dal programma PRISM di guardare nella vita delle persone, in base agli esperti.

E' tutto parte di un fenomeno noto come "Big Data", uno slogan sempre più utilizzato per descrivere la scienza di analizzare la grande quantità di informazioni raccolte attraverso i dispositivi mobili, browser Web e check-out stand. Gli analisti usano potenti computer per rilevare le tendenze e creare fascicoli digitali delle persone. Intanto, il Guardian rivela che anche i servizi britannici del GCHQ avevano accesso ai dati del programma segreto americano Prism e che sulla base di questi dati sono stati scritti 197 rapporti d'intelligence.

Documenti in mano al Guardian, si legge, provano che il GCHQ ha accesso al sistema Prism almeno dal giugno 2010. In questo modo il servizio britannico poteva aggirare le procedure legali necessarie per visionare email, foto e video a partire da provider d'Internet basati fuori dagli Stati Uniti. "Google si preoccupa seriamente della sicurezza dei dati degli utenti". Ma, allo stesso tempo, il provider "non ha una 'backdoor' attraverso cui il governo possa accedere ai dati privati degli utenti". E' quanto ha affermato in una nota un portavoce del gruppo.



Via: Adnkronos

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