L’influenza 2013 finora ha fatto registrare 2 milioni e 725mila casi e nella settimana dal 28 gennaio al 3 febbraio ha messo a letto 567.000 italiani (quasi 100mila in più rispetto ai 7 giorni precedenti). "Stiamo superando il picco – afferma il dott. Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) -. Ogni anno l’influenza rappresenta una sfida per l’organizzazione del sistema sanitario, che ha retto molto bene. La campagna per la vaccinazione e il lavoro dei medici, oltre a una maggiore presa di coscienza da parte dei cittadini, stanno rendendo questa epidemia stagionale un evento finora privo di particolari criticità".
Nelle prime settimane del 2013 si è verificato un costante aumento del numero di malati e, negli ultimi sette giorni, l’incidenza è stata di 9.45 casi per mille abitanti. Le regioni più colpite sono state Marche, Val d’Aosta e Trentino (rispettivamente con 25.43, 17.55 e 15.35 casi per mille abitanti), mentre quelle con il minor numero di diagnosi sono Puglia, Molise e Sicilia. Anche le altre patologie respiratorie hanno un forte impatto, tanto che finora 3.643.200 italiani sono stati colpiti da disturbi simil-influenzali.
"In totale, sommando questi casi a quelli dell’influenza vera e propria, possiamo dire che più di un italiano su 10 ha avuto una di queste forme - spiega il dott. Aurelio Sessa, presidente regionale SIMG Lombardia e medico sentinella -. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato, tra i cinque pilastri per la prevenzione del virus, la sorveglianza epidemiologica. La rete dei medici sentinella (oltre 1000 in Italia e circa 26000 in Europa) garantisce un continuo e costante controllo della diffusione dell’influenza. Questo sistema permette in tempo reale di mettere in atto tutte le azioni di prevenzione nel caso in cui l’impatto dell’epidemia raggiunga livelli di criticità non solo in termini sanitari ma anche sociali".
"L’OMS - prosegue il dott. Sessa - sottolinea anche l’importanza del vaccino, il più efficiente mezzo di controllo in termini di sanità pubblica nei confronti delle gravi complicanze e delle morti correlate alla malattia. Il grado di protezione garantito da questo strumento di profilassi varia dal 40 al 60% negli anziani fino all’80-90% negli adulti. È essenziale inoltre seguire alcune semplici misure di protezione individuale, come coprirsi la bocca e il naso quando si tossisce o si starnutisce, lavarsi spesso le mani e usare la mascherina nei luoghi di cura come gli ospedali".
Esiste poi la cosiddetta ‘memoria immunitaria’: una persona di 70 anni ha vissuto 70 stagioni influenzali. Nella propria vita probabilmente ogni individuo può contrarre la malattia solo pochissime volte. La costante esposizione crea infatti una difesa immunitaria naturale nei confronti dei ceppi virali che mutano continuamente.
"L’OMS – conclude il dott. Sessa - include tra gli strumenti efficaci terapie specifiche come gli antivirali, indicati anche per la prevenzione cosiddetta post-esposizione (da assumere dopo che si è venuti a contatto con un paziente colpito dal virus) o per coloro che non hanno eseguito la vaccinazione antiinfluenzale. Gli antivirali però non possono sostituire il vaccino a scopo profilattico”.Ogni settimana la SIMG pubblica la lettera sull’influenza con i consigli su precauzioni e terapie da seguire (disponibile sui siti www.simg.it e www.ilritrattodellasalute.it).
Fonte: Simg
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