Una nuova ricerca di mostra che i budget in open banking stanno crescendo tra i dirigenti finanziari di tutta Europa. In Italia, la metà degli istituti finanziari intervistati afferma che gli investimenti sono aumentati rispetto allo scorso anno, con un tempo di payback previsto inferiore ai 4 anni. La nuova ricerca pubblicata dalla piattaforma Tink rivela che gli istituti finanziari europei stanno intensificando i propri investimenti in open banking. Secondo i dati rilasciati da Tink, i budget medi degli investimenti in open banking in Europa sono in genere compresi tra i 50 e 100 milioni di euro, con una spesa superiore ai 100 milioni di euro per quasi la metà degli istituti finanziari intervistati (45%).
Due terzi di questi afferma che i budget in open banking sono cresciuti dallo scorso anno, con un aumento di spesa tra il 20% e il 29%. Solo il 10% delle istituzioni ha rallentato i propri investimenti in questo settore. Nello specifico, l’Italia conferma i trend europei. Infatti, se il 47% degli istituti finanziari non spende più di 50 milioni di euro nelle strategie di open banking, è la metà dei dirigenti italiani ad indicare di spendere più di 100 milioni di euro. Leggermente al di sotto della media europea, invece, la percentuale di quanti in Italia dichiarano che i propri investimenti in open banking sono cresciuti rispetto al 2019: il 50% a fronte di una media europea del 63%. In Italia, l'opportunità di migliorare la customer experience è stata la principale fonte degli investimenti in open banking, secondo il 53% degli istituti finanziari intervistati.
A seguire, la modernizzazione dell’IT (40%) e l’ottimizzazione dei processi (40%). Tuttavia, permangono alcuni ostacoli: la mancanza di domanda da parte dei clienti è vista come il principale inibitore degli investimenti per il 47% degli intervistati. Mentre, il 40% cita una mancanza di conoscenza interna legata all’open banking e il 37% ritiene che le restrizioni normative abbiano soffocato gli investimenti. Tempo di Payback: raccogliere i frutti dell'open banking. Tuttavia, gli istituti finanziari europei sono ottimisti riguardo al ROI (Return On Investment) sull’open banking, con il 50% degli stessi che prevede un periodo di ammortamento inferiore a quattro anni e oltre i due terzi secondo cui i benefici supereranno i costi in meno di cinque anni (69%). Solo l’1 percento degli intervistati non prevede alcun ritorno sull’investimento.
In Italia, nello specifico, è il 57% degli intervistati a ritenere che il tempo di payback sarà inferiore ai quattro anni. Sintomo che le istituzioni finanziarie italiane riconoscono chiaramente l’enorme opportunità che l’open banking offre a breve termine. L’open banking ha gettato nuove opportunità di business ed è riconosciuto dagli istituti italiani come un’opportunità per migliorare i margini operativi, anche durante e dopo l’epidemia di Covid-19. “La portata di questi investimenti dimostra come la percezione dell’open banking sia passata ad uno step successivo, quello relativo alle opportunità commerciali che può offrire. Gli istituti italiani hanno compreso come si tratti di un fattore chiave per la crescita dei guadagni e un importante supporto per l’engagement di nuovi clienti”, ha dichiarato Marie Johansson, Country Manager di Tink in Italia.
“Oggi, mentre affrontiamo le sfide legate ai nuovi assetti disegnati dal Covid-19, è essenziale più che mai che le istituzioni finanziarie continuino a privilegiare lo sviluppo di casi d’uso innovativi di open banking e supportino i loro clienti in nuovi modi, fornendo servizi finanziari di nuova generazione attraverso i canali digitali”. Per scaricare il report completo cliccare qui. Per capire meglio come si è comportato il mercato tra il 2019 ed il 2020, Tink ha collaborato con la società di ricerche di mercato YouGov per il secondo anno consecutivo. Stavolta, oggetti dell’indagine di Tink sono state la percezione nei confronti dell’open banking, i budget di investimento e le priorità relative, in tutta Europa. Motivo per cui sono stati intervistati 290 dirigenti finanziari di 12 paesi europei, di cui 30 in Italia, tra il 28 gennaio ed il 3 marzo 2020.
Questo secondo report approfondisce la portata degli investimenti nell’open banking in Europa e il periodo di payback percepito sugli stessi. Mentre Tink ha scoperto che c’è una crescente positività verso l’open banking in Europa, Tink ha voluto capire anche come questo si traduca in investimenti concreti. Tink è la piattaforma di open banking leader in Europa che consente a banche, fintech e startup di sviluppare servizi finanziari basati sui dati. Tramite un’API, Tink consente ai clienti di accedere a dati finanziari aggregati, avviare pagamenti, arricchire le transazioni e costruire strumenti di gestione delle finanze personali. Tink si collega a oltre 2.500 banche che raggiungono oltre 250 milioni di clienti bancari in tutta Europa. L’azienda è stata fondata nel 2012 a Stoccolma e i suoi 270 dipendenti servono 14 mercati europei su 13 uffici.
A seguire, la modernizzazione dell’IT (40%) e l’ottimizzazione dei processi (40%). Tuttavia, permangono alcuni ostacoli: la mancanza di domanda da parte dei clienti è vista come il principale inibitore degli investimenti per il 47% degli intervistati. Mentre, il 40% cita una mancanza di conoscenza interna legata all’open banking e il 37% ritiene che le restrizioni normative abbiano soffocato gli investimenti. Tempo di Payback: raccogliere i frutti dell'open banking. Tuttavia, gli istituti finanziari europei sono ottimisti riguardo al ROI (Return On Investment) sull’open banking, con il 50% degli stessi che prevede un periodo di ammortamento inferiore a quattro anni e oltre i due terzi secondo cui i benefici supereranno i costi in meno di cinque anni (69%). Solo l’1 percento degli intervistati non prevede alcun ritorno sull’investimento.
In Italia, nello specifico, è il 57% degli intervistati a ritenere che il tempo di payback sarà inferiore ai quattro anni. Sintomo che le istituzioni finanziarie italiane riconoscono chiaramente l’enorme opportunità che l’open banking offre a breve termine. L’open banking ha gettato nuove opportunità di business ed è riconosciuto dagli istituti italiani come un’opportunità per migliorare i margini operativi, anche durante e dopo l’epidemia di Covid-19. “La portata di questi investimenti dimostra come la percezione dell’open banking sia passata ad uno step successivo, quello relativo alle opportunità commerciali che può offrire. Gli istituti italiani hanno compreso come si tratti di un fattore chiave per la crescita dei guadagni e un importante supporto per l’engagement di nuovi clienti”, ha dichiarato Marie Johansson, Country Manager di Tink in Italia.
“Oggi, mentre affrontiamo le sfide legate ai nuovi assetti disegnati dal Covid-19, è essenziale più che mai che le istituzioni finanziarie continuino a privilegiare lo sviluppo di casi d’uso innovativi di open banking e supportino i loro clienti in nuovi modi, fornendo servizi finanziari di nuova generazione attraverso i canali digitali”. Per scaricare il report completo cliccare qui. Per capire meglio come si è comportato il mercato tra il 2019 ed il 2020, Tink ha collaborato con la società di ricerche di mercato YouGov per il secondo anno consecutivo. Stavolta, oggetti dell’indagine di Tink sono state la percezione nei confronti dell’open banking, i budget di investimento e le priorità relative, in tutta Europa. Motivo per cui sono stati intervistati 290 dirigenti finanziari di 12 paesi europei, di cui 30 in Italia, tra il 28 gennaio ed il 3 marzo 2020.
Questo secondo report approfondisce la portata degli investimenti nell’open banking in Europa e il periodo di payback percepito sugli stessi. Mentre Tink ha scoperto che c’è una crescente positività verso l’open banking in Europa, Tink ha voluto capire anche come questo si traduca in investimenti concreti. Tink è la piattaforma di open banking leader in Europa che consente a banche, fintech e startup di sviluppare servizi finanziari basati sui dati. Tramite un’API, Tink consente ai clienti di accedere a dati finanziari aggregati, avviare pagamenti, arricchire le transazioni e costruire strumenti di gestione delle finanze personali. Tink si collega a oltre 2.500 banche che raggiungono oltre 250 milioni di clienti bancari in tutta Europa. L’azienda è stata fondata nel 2012 a Stoccolma e i suoi 270 dipendenti servono 14 mercati europei su 13 uffici.
Via: Seigradi
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