AIP, Anonymous contro pedofilia e revenge porn: cosa accade su TW


Un collettivo di hacker italiani ha avviato un'offensiva contro pedofili e chi pubblica foto hard per vendetta. Alla luce della recente operazione "Revenge Gram" lanciata da Anonymous e Lulzsec Italia, si segnala l'opinione dell'Accademia Italiana Privacy (AIP) pubblicata sul blog dell'associazione. In questi giorni si sono fatti prendere tutti da questioni di privacy che ruotano attorno alla pandemia COVID-19, generando enormi sorgenti di pensieri che si sono evoluti in fiumi di parole, articoli e interviste che hanno inondato il Web e tutti i media. APP si APP no, misurazione della temperatura e trattamento dei dati, informative ai lavoratori dipendenti con consenso scritto o informato.

"Io stesso mi sono reso disponibile a interviste, articoli e dissertazioni su quella che è una vera e propria calamità mondiale e che, diciamoci la verità, ha reso evidente che la privacy non è il primo dei problemi. Tutto questo per dirvi che un po' tutti gli addetti ai lavori hanno cercato, con alterne fortune, di tenere alto il concetto di protezione dei dati in Italia puntando l'indice sui diritti degli interessati che, è bene ricordare, sono sacrosanti e inalienabili", dichiara Alessandro Papini, presidente dell'Accademia Italiana Privacy. Esistono anche i "pirati buoni". Ma c'è chi ha fatto di più e magari è sfuggito alla maggioranza degli italiani che non si informano sul Web su canali indipendenti e che è degno di essere svelato a tutti: il 10 aprile scorso i gruppi di hacktivisti (ossia gli attivisti hacker) di Lulzsec Italia e Anonymous Italia hanno dichiarato guerra ai pedofili.

Gli hacktivisti hanno invitato tutti gli utenti per bene a partecipare alla "caccia". In un video assai minaccioso e per niente velato hanno semplicemente dato il via all'operazione "Revenge Gram", un'azione contro il revenge porn e la pedopornografia, spiegando che, grazie alle segnalazioni degli utenti, sarebbero stati individuate e rese pubbliche persone abituate alla pubblicazione e scambio di foto hard per vendetta e, in generale, chiunque commerci e scambi materiale pornografico con soggetti minori e bambini. Il video è basato sulle immagini del film "V per vendetta" ed è accompagnato da una voce riprodotta da un sintetizzatore vocale: voce che ha minacciato, e neanche velatamente, «Se non possiamo difendere le vittime di questi reati, state pur certi che le vendicheremo: stiamo venendo a prendervi». E non erano solo parole!

"A distanza di quasi un mese hanno pubblicato sul loro account Twitter nomi, cognomi, città di residenza, professione, email, numero di cellulare di tutti i pedofili e cyber criminali che hanno scovato in rete, pubblicando le chat private che esplicitamente li rendevano protagonisti di discussioni da voltastomaco: se non ci fosse da essere schifati e preoccupati verrebbe da ridere dalla demenza di certe persone", commenta Papini. E la lista è parecchio lunga! Decine e decine di personaggi rivelati in mondovisione e trovati "con le mani nella marmellata" in chat supersegrete riservate a pedofili o predatori su WhatsApp alla ricerca di ragazzine... vengono i brividi a scorrere le immagini sul profilo ufficiale di Lulzsec, dove si trovano alcuni tweet che testimoniano il loro lavoro. Non si può non riconoscere che questa volta hanno reso un gran servizio alla comunità!

E per una volta, zitti zitti, anche i tutori dell'ordine hanno attinto dal grande lavoro degli hacktivisti, andando a bussare a Palermo alla porta di due cinquantenni sposati e senza figli che tanto immacolati non erano. "Questa storia mi ricorda tanto quel vecchio cartone animato della mia giovinezza, Ralph il Lupo e Sam Canepastore, che prima di timbrare il cartellino e darsele di santa ragione chiacchierano amabilmente come vecchi amici al bar. Non me ne vogliano i tutori delle Forze dell’Ordine: anche io spesso ho condannato i modi e i mezzi di certe operazioni hacktiviste, ma con lo stesso impegno civico devo riconoscere che questa volta stanno facendo un gran lavoro per la collettività. Forse parlando, discutendo e ognuno facendosi le proprie ragioni, si potrebbe addirittura ipotizzare una qualche collaborazione tra Ralph e Sam", aggiunge Papini.

"Impossibile? Improbabile? Quel che è certo è che ciò che mi sembrava irrealizzabile ai tempi del cartone animato si è poi materializzato davanti ai miei occhi, ancora più grande di come l'avevo immaginato", conclude Papini. Non è la prima volta che Anonymous mette in campo un'azione di "Internet Vigilantism" contro la pedofilia online. Il caso più noto risale all'ottobre 2011, quando i membri di Anonymous chiusero un sito sotterraneo di abusi su minori e pubblicarono la sua lista di appartenenza. Per quanto riguarda Immuni, l'App per la gestione del contact tracing nella fase 2 dell'emergenza COVID-19, il ministero della Salute l'ha istituita "al solo fine di rintracciare le persone che siano entrate in contatto con soggetti risultati positivi e tutelarne la salute attraverso le previste misure di profilassi". Esclusa "in ogni caso" la geolocalizzazione dei singoli utenti.


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