Realizzare una devastante arma batteriologica replicando il virus della peste. E' su questo che starebbero lavorando i jihadisti dello Stato Islamico, il Califfato fondato da Abu Bakr al Bagdadi tra Aleppo e Ramadi in Iraq. Lo riporta il Foreign Policy, la rivista di politica internazionale statunitense di proprietà del Washington post, che racconta la vicenda partendo dalla scoperta nello scorso mese di gennaio, in un villaggio nel nord della Siria, di un laptop di marca Dell appartenente proprio a un militante dell'Isis.
Abu Ali, un comandante di un gruppo ribelle siriano moderato nel nord della Siria, mostra con orgoglio un portatile nero parzialmente coperto di polvere. "Lo abbiamo preso quest'anno da un covo dell'Isis", dice. Il portatile è stato dimenticato dai combattenti dell'Is negli attimi concitati della fuga da un edificio attaccato dai suoi uomini. L'attacco è avvenuto nel mese di gennaio in un villaggio nella provincia siriana di Idlib, vicino al confine con la Turchia, come parte di una più ampia offensiva anti-Isis.
"Abbiamo trovato il computer portatile e il cavo di alimentazione in una stanza", ha proseguito, "l'ho preso con me. Ma non ho idea se funziona ancora o se conteniene qualcosa di interessante". Il comandante è ansioso di scoprire i segreti del laptop Dell, ma all'inizio non trova nulla. Non era protetto da password e dopo aver cliccato su "Risorse del computer", tutte le unità apparivano vuoti. Le apparenze, tuttavia, possono ingannare. Infatti, dopo un esame più attento, il portatile dell'Isis non era affatto vuoto.
Secondo la rivista statunitense, sepolti nella sezione "file nascosti" del computer vi erano 146 gigabyte di materiale, contenenti un totale di 35.347 file in 2.367 cartelle. Il comandante dei ribelli copia immediatamente tutti i file, scritti in lingua araba, francese e inglese, su un disco rigido esterno. Il contenuto del laptop si rivela un tesoro di documenti che forniscono giustificazioni ideologiche alle organizzazioni jihadiste e formazione pratica su come svolgere campagne terroristiche dello Stato islamico.
Essi comprendono un video di Osama bin Laden, manuali su come realizzare bombe, istruzioni per rubare automobili, e lezioni su come utilizzare travestimenti, al fine di evitare di essere arrestati durante il viaggio da un hot spot jihadista ad un altro. Per decine di ore si scava nella memoria del pc e alla fine si scopre che molti documenti contengono lezioni per la costruzione di ordigni batteriologici in vista di un attacco che, se portato a termine, potrebbe avere effetti devastanti in tutto il mondo.
Dagli stessi file, si riusce a risalire anche al nome del proprietario del computer: è un cittadino tunisino di nome Muhammed S. che si è unito Isis in Siria e che ha studiato chimica e fisica presso due università a nord-est della Tunisia. La circostanza è stata confermata dalla segreteria dei due atenei. In un file la scoperta che suscita più timore: il portatile contiene un documento di 19 pagine in arabo su come sviluppare armi biologiche e come estrarre la peste bubbonica da animali infetti.
"Il vantaggio di armi biologiche - si legge nel documento - è che costano poco, mentre le perdite umane possono essere enormi". Nel documento le istruzioni su come testare in sicurezza la malattia come arma, prima di essere usata in un attacco terroristico. "Quando il microbo viene iniettato in piccole topi, i sintomi della malattia dovrebbero comparire entro 24 ore", dice il documento. Il pc include anche una fatwa di 26 pagine, o sentenza islamica, sull'uso delle armi di distruzione di massa.
Nulla sul portatile dell'Isissuggerisce che i terroristi sono già in possesso di queste pericolse armi. E qualsiasi organizzazione jihadista che contempla un attacco bioterroristico dovrà affrontare molte difficoltà. Ma è una ulteriore prova sulla sua capacità di mettere a rischio la sicurezza globale. Questa non è la prima volta che i jihadisti tentato di acquisire armi di distruzione di massa. Anche prima degli attacchi dell'11 settembre, Al Qaeda aveva sperimentato un programma di armi chimiche in Afghanistan.
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Essi comprendono un video di Osama bin Laden, manuali su come realizzare bombe, istruzioni per rubare automobili, e lezioni su come utilizzare travestimenti, al fine di evitare di essere arrestati durante il viaggio da un hot spot jihadista ad un altro. Per decine di ore si scava nella memoria del pc e alla fine si scopre che molti documenti contengono lezioni per la costruzione di ordigni batteriologici in vista di un attacco che, se portato a termine, potrebbe avere effetti devastanti in tutto il mondo.
Dagli stessi file, si riusce a risalire anche al nome del proprietario del computer: è un cittadino tunisino di nome Muhammed S. che si è unito Isis in Siria e che ha studiato chimica e fisica presso due università a nord-est della Tunisia. La circostanza è stata confermata dalla segreteria dei due atenei. In un file la scoperta che suscita più timore: il portatile contiene un documento di 19 pagine in arabo su come sviluppare armi biologiche e come estrarre la peste bubbonica da animali infetti.
"Il vantaggio di armi biologiche - si legge nel documento - è che costano poco, mentre le perdite umane possono essere enormi". Nel documento le istruzioni su come testare in sicurezza la malattia come arma, prima di essere usata in un attacco terroristico. "Quando il microbo viene iniettato in piccole topi, i sintomi della malattia dovrebbero comparire entro 24 ore", dice il documento. Il pc include anche una fatwa di 26 pagine, o sentenza islamica, sull'uso delle armi di distruzione di massa.
Nulla sul portatile dell'Isissuggerisce che i terroristi sono già in possesso di queste pericolse armi. E qualsiasi organizzazione jihadista che contempla un attacco bioterroristico dovrà affrontare molte difficoltà. Ma è una ulteriore prova sulla sua capacità di mettere a rischio la sicurezza globale. Questa non è la prima volta che i jihadisti tentato di acquisire armi di distruzione di massa. Anche prima degli attacchi dell'11 settembre, Al Qaeda aveva sperimentato un programma di armi chimiche in Afghanistan.
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