Google sospettata di evasione fiscale per 227 milioni di euro in Italia


Le Fiamme Gialle stanno per definire il verbale che sarà poi trasmesso all'Agenzia delle entrate la quale deciderà quale sarà la somma definitiva che il motore di ricerca dovrà versare. Dentro l'avviso di accertamento, potrebbero essere contestate cifre diverse perché comprensive anche di interessi legali e sanzioni. Problemi con il fisco italiano, e non solo, per Google: ammonterebbe a 227 milioni di euro quello che la Guardia di Finanza di Milano intende contestare con una verifica fiscale che sta per chiudere. Il colosso di internet è infatti accusato dalla Procura di "frode fiscale" per avere avuto una "organizzazione stabile" nella Penisola, che risultava occultata al fisco.

La direttrice dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha confermato che le Fiamme Gialle stanno notificando il verbale, che sarà poi trasmesso all'Agenzia, la quale deciderà l'importo definitivo che Mountain View dovrà pagare. Nel frattempo la Commissione europea si è vista recapitare una richiesta di verifica su un accordo fiscale di Google con la Gran Bretagna. Circa 170 milioni di euro di arretrati fino al 2005, che era stato salutato come "una grande vittoria" dal ministro delle Finanze George Osborne. "Stiamo parlando di una tassa che avrebbe dovuto essere incassata sotto il governo laburista, che è stata aumentata sotto il governo conservatore. Questo è quello di cui stiamo parlando", ha detto il primo ministro David Cameron difendendo l'accordo. 

A contestarlo è lo Scottish National Party, che ha chiamato in causa la responsabile dell'Antitrust Ue, Margarethe Vestager, che sta già indagando su Google per possibile abuso di posizione dominante sui motori di ricerca. Tornando all'Italia, una volta che l'accertamento fiscale sarà stato notificato, ad occuparsi della vicenda sarà l'Agenzia delle entrate, con la quale il colosso di Mountain Views potrà cercare di trattare la somma finale da versare. Google si era già detta disponibile a pagare 114 milioni per il periodo 2008-2012. Da parte sua l'azienda ha affermato di rispettare le normative in materia fiscale in tutti i Paesi in cui opera in relazione al verbale di constatazione da 227 milioni di euro che la Guardia di finanza sta notificando ai vertici della società. 

"Google rispetta la normativa fiscale di tutti i Paesi in cui opera e continua a collaborare con l'Autorità", ha scritto il portavoce via mail rispondendo alla richiesta di commento di Reuters. Per l'Italia si tratta del secondo accordo con un colosso americano: a dicembre dello scorso anno è toccato ad Apple restituire 318 milioni di euro al fisco italiano per l'omessa dichiarazione dei redditi dal 2008 al 2013. "La digital tax sarà legge in Italia dal primo gennaio 2017", ha annunciato nel settembre 2015 il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Dopo aver atteso per due anni una legge europea, il presidente del Consiglio ha ritenuto che l'Italia può cominciare da sola. La materia è allo studio da tempo e riguarda anche altri big della tecnologia come Apple e Facebook. 

Nel maggio 2014 la Commissione Ue ha proposto di rivedere la direttiva sulle sedi sussidiarie, allo scopo di impedire il trasferimento di profitti tra aziende e loro filiali in altri Paesi, per evadere il fisco in più Paesi. La nuova legislazione, ha spiegato l'allora commissario alla fiscalità, l'economista e matematico lituano Algirdas Semeta, "affronta un problema che esiste non solo tra i grandi nomi ma anche tra molte altre aziende che usano questi schemi per evadere le tasse". La direttiva sulle sussidiarie è stata originariamente concepita per prevenire società dello stesso gruppo, con base in diversi Stati, dall'essere tassate due volte. Ma alcune società hanno sfruttato le regole europee e le differenze nella tassazione tra gli Stati per evitare di pagare le tasse "tout court".





Via: AskaNews

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