Non c’è dubbio che i social media abbiano trasformato il modo in cui i brand interagiscono con i consumatori. Tuttavia, il fenomeno dei social ha anche aperto le porte a nuove strade per la vendita e diffusione di prodotti contraffatti, rischiando di danneggiare la reputazione dei brand. Nonostante le politiche di prevenzione e le linee guida in atto su questi siti, i contraffattori sono particolarmente abili nell’utilizzare queste piattaforme per impersonare i brand. I truffatori lo fanno utilizzando immagini, nomi dei brand e loghi legittimi per apparire credibili, prima di promuovere i prodotti falsi e indirizzare i consumatori verso siti web contraffatti che sembrano veri e attendibili.
Il fenomeno della vendita di merce contraffatta sui social network è in crescita. Che si tratti di falsi account sui social media, annunci illegittimi o pubblicità su marketplace online, questo rappresenta un serio problema che sta causando notevoli difficoltà ai brand di ogni dimensione. Ciò però non significa che non si intraprendano azioni per impedire che ciò accada. Molti brand scelgono di implementare strategie di protezione del brand online incentrate sui consumatori, che possono aiutare a eliminare i casi più incisivi di contraffazione e al tempo stesso, rendere più difficile causare danni da parte di questi individui malintenzionati. Esiste però un’area particolarmente vulnerabile che molte aziende non stanno prendendo in considerazione: le loro stesse piattaforme di social media. Jerome Sicard, Regional Manager di MarkMonitor, un brand di Clarivate Analytics, spiega:
“Come esperti di protezione del brand online, in MarkMonitor, stiamo assistendo a una nuova tendenza nel mondo del brand enforcement online in cui i truffatori cercano di vendere prodotti contraffatti ai consumatori postando commenti ‘nascosti’ sui post dei brand ufficiali con link che portano su siti falsi, progettati per ingannare i consumatori e spingerli ad acquistare. Questi possono presentarsi in due modi: nel primo, qualcuno creerà un account che utilizza lo stesso nome e il logo del brand originale. In questo caso, i post nella sezione commenti sembrano provenire dal brand legittimo e vengono utilizzati per guidare i consumatori verso i prodotti contraffatti. Il secondo metodo consiste nell’utilizzare il proprio account per offrire quello che sembra essere un supporto ai consumatori, ma è in realtà una trappola per diffondere informazioni sui propri prodotti non originali”.
Un’efficacia allarmante mediante sistemi automatizzati. Nonostante questa tendenza sia emersa solo di recente, ciò non significa che sia assolutamente trascurabile. Un altro metodo comunemente utilizzato dai contraffattori è quello di impersonificare un venditore sulla pagina social ufficiale del brand. I commenti generati, orientati alla vendita di prodotti contraffatti, sono postati da bot, un’intelligenza artificiale (AI) attiva 24 ore su 24, sette giorni su sette. Questa si è anche dimostrata una forma di attacco dall’efficacia preoccupante, soprattutto perché il pubblico sarà meno sospettoso nei confronti di questa attività rispetto ad altri metodi, se i consumatori stanno già navigando sulla pagina social autentica del brand non hanno ragione di stare in guardia e approcciare l’interazione con scetticismo.
Un altro motivo del successo di questa tattica risiede nell’enorme quantità di commenti che i brand ricevono sui loro post social. Con un flusso così rapido, può essere estremamente difficile per i responsabili dell’attività dei brand sui social media, controllare o moderare ogni singolo individuo. Non importa quanti sforzi farete per tenere sotto controllo i post, qualcosa prima o poi sfuggirà. Non è un segreto che la contraffazione di qualsiasi tipo sulle piattaforme di social media può portare a danni devastanti per il brand originale, ma questo danno è ulteriormente amplificato quando si svolge sulla pagina ufficiale del brand. Se una vittima cade nella rete dei contraffattori in questo modo, probabilmente si infurierà e deciderà di postare un reclamo online. Facebook e Instagram non sono i soli, ma solamente i più conosciuti.
Se questi menziona che il tutto è avvenuto sulla pagina Facebook o Instagram ufficiale del brand, le conseguenze e l’impatto sulla reputazione non sono difficili da immaginare. Se i brand vogliono affrontare efficacemente questa sfida dei social media, devono cercare di identificare i colpevoli della contraffazione adottando un approccio più introspettivo. Trascurare i propri account social è piuttosto facile, dopotutto sono di proprietà, e fintanto che il proprio account non viene violato è facile pensare che sia al sicuro dai pericoli, ma gli individui dietro questi attacchi stanno diventando sempre più sofisticati e potremmo vedere gli account ufficiali usati sempre più spesso come parte delle loro attività criminali a discapito dei brand. Per ulteriori informazioni su come proteggere il brand nei social media: https://www.markmonitor.it
“Come esperti di protezione del brand online, in MarkMonitor, stiamo assistendo a una nuova tendenza nel mondo del brand enforcement online in cui i truffatori cercano di vendere prodotti contraffatti ai consumatori postando commenti ‘nascosti’ sui post dei brand ufficiali con link che portano su siti falsi, progettati per ingannare i consumatori e spingerli ad acquistare. Questi possono presentarsi in due modi: nel primo, qualcuno creerà un account che utilizza lo stesso nome e il logo del brand originale. In questo caso, i post nella sezione commenti sembrano provenire dal brand legittimo e vengono utilizzati per guidare i consumatori verso i prodotti contraffatti. Il secondo metodo consiste nell’utilizzare il proprio account per offrire quello che sembra essere un supporto ai consumatori, ma è in realtà una trappola per diffondere informazioni sui propri prodotti non originali”.
Un’efficacia allarmante mediante sistemi automatizzati. Nonostante questa tendenza sia emersa solo di recente, ciò non significa che sia assolutamente trascurabile. Un altro metodo comunemente utilizzato dai contraffattori è quello di impersonificare un venditore sulla pagina social ufficiale del brand. I commenti generati, orientati alla vendita di prodotti contraffatti, sono postati da bot, un’intelligenza artificiale (AI) attiva 24 ore su 24, sette giorni su sette. Questa si è anche dimostrata una forma di attacco dall’efficacia preoccupante, soprattutto perché il pubblico sarà meno sospettoso nei confronti di questa attività rispetto ad altri metodi, se i consumatori stanno già navigando sulla pagina social autentica del brand non hanno ragione di stare in guardia e approcciare l’interazione con scetticismo.
Un altro motivo del successo di questa tattica risiede nell’enorme quantità di commenti che i brand ricevono sui loro post social. Con un flusso così rapido, può essere estremamente difficile per i responsabili dell’attività dei brand sui social media, controllare o moderare ogni singolo individuo. Non importa quanti sforzi farete per tenere sotto controllo i post, qualcosa prima o poi sfuggirà. Non è un segreto che la contraffazione di qualsiasi tipo sulle piattaforme di social media può portare a danni devastanti per il brand originale, ma questo danno è ulteriormente amplificato quando si svolge sulla pagina ufficiale del brand. Se una vittima cade nella rete dei contraffattori in questo modo, probabilmente si infurierà e deciderà di postare un reclamo online. Facebook e Instagram non sono i soli, ma solamente i più conosciuti.
Se questi menziona che il tutto è avvenuto sulla pagina Facebook o Instagram ufficiale del brand, le conseguenze e l’impatto sulla reputazione non sono difficili da immaginare. Se i brand vogliono affrontare efficacemente questa sfida dei social media, devono cercare di identificare i colpevoli della contraffazione adottando un approccio più introspettivo. Trascurare i propri account social è piuttosto facile, dopotutto sono di proprietà, e fintanto che il proprio account non viene violato è facile pensare che sia al sicuro dai pericoli, ma gli individui dietro questi attacchi stanno diventando sempre più sofisticati e potremmo vedere gli account ufficiali usati sempre più spesso come parte delle loro attività criminali a discapito dei brand. Per ulteriori informazioni su come proteggere il brand nei social media: https://www.markmonitor.it
Fonte: Shin Communication
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