Il sito di Wikileaks svela i segreti della guerra in Afghanistan


Più di 90 mila documenti e rapporti segreti militari americani sulla guerra in Afghanistan sono stati forniti dal sito Wikileaks - che promuove la diffusione di informazioni segrete - ai media, rivelando una mole di notizie finora tenute nascoste: secondo l’intelligence americana il conflitto afghano è fallimentare. I documenti sono stati passati al New York Times , al britannico Guardian e al tedesco Der Spiegel che ne forniscono ampi dettagli sui loro siti online. Alcuni dei rapporti - scrive il Nyt - sostengono che “l’intelligence pachistana agisce insieme ad Al Qaida per pianificare attacchi”, anche se è difficile stabilire un “legame diretto tra l’Isi (L’Inter Services Intelligence) con Al Qaida”. “La massiccia fuga di documenti rivela la verità dell’occupazione” titola il Guardian, aggiungendo: “Centinaia di civili uccisi dalle truppe della coalizione”; “Unità sotto copertura a caccia di leader ‘vivi o morti’”; “Aumento esponenziale degli attacchi dei talebani contro la Nato”. Il giornale afferma che i dossier mostrano che gli Stati Uniti hanno “nascosto le prove che i talebani hanno acquisito micidiali missili terra-aria”; che “il crescente l’uso da parte dei talebani di ordigni artigianali ha causato un massacro, uccidendo oltre 2.000 civili”; che “la coalizione stia usando sempre più i droni guidati da una base nel Nevada per dare la caccia e uccidere i talebani”. “Esplosiva fuga di notizie fornisce l’immagine della guerra vista da chi la sta combattendo”, titola Der Spiegel nella sua edizione internazionale. I documenti, aggiunge, “rivelano le vere dimensioni del dispiegamento militare occidentale”. La Casa Bianca ha “fortemente condannato” la fuga di notizie sulla guerra in Afghanistan. In una lunga dichiarazione, il consigliere per la sicurezza nazionale, Jim Jones, sottolinea che l’azione di Wikileaks mette a repentaglio “le vite sia di americani, sia dei nostri partner, e rappresenta una minaccia per la nostra sicurezza nazionale”.

Fonte: http://blog.panorama.it/mondo/

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