Bitcoin, Bankitalia sconsiglia la compravendita: espone a troppi rischi


La Banca d'Italia scoraggia le banche e gli altri intermediari vigilati dall'acquistare, detenere o vendere valute virtuali (VV) come il Bitcoin. Lo si legge nel bollettino di vigilanza del 30 gennaio, in cui si sottolinea che su questo tema Bankitalia condivide l'opinione dell'Eba (European Banking Authority) che aveva già messo in guardia sulle valute virtuali a luglio scorso. L'Eba ha detto che i consumatori non sono tutelati attraverso la regolamentazione utilizzando le valute virtuali come mezzo di pagamento e possono essere a rischio di perdere il loro denaro.

Le valute virtuali sono rappresentazioni digitali di valore non emesse da una banca centrale o da un'autorità pubblica. Le VV, sottolinea Via Nazionale, non sono moneta legale e non devono essere confuse con la moneta elettronica. Negli ultimi anni si è assistito alla crescente diffusione delle VV. Attualmente, sono oltre 500 gli schemi esistenti nel mondo, il più famoso dei quali è bitcoin. Il fenomeno è stato oggetto di considerazione da parte di governi, banche centrali e autorità di vigilanza, interessati a comprendere se, ed eventualmente in che modo, regolamentarlo. 

Nel mese di settembre 2013 sono emerse "le valute virtuali" sul radar dell'Eba come una delle molte innovazioni da monitorare. Dopo tre mesi di analisi, l'Eba ha emesso un avviso pubblico, il 13 dicembre 2013 per sensibilizzare i consumatori che le VV non sono regolamentati e dei rischi che ne conseguono. Mentre ci sono alcuni potenziali benefici dalle valute virtuali, per esempio, i costi di transazione ridotti, la velocità delle transazioni e l'inclusione finanziaria, questi benefici sono meno rilevanti nell'Unione europea, a causa dei regolamenti UE esistenti e le direttive in corso.

I rischi, invece, sono molteplici. Più di 70  rischi sono stati individuati tra diverse categorie, tra cui i rischi per utenti; rischi per operatori di mercato non-utenti (investitori emerchant); rischi dell'integrità finanziaria, come riciclaggio di denaro e altri reati finanziari; rischi per i sistemi di pagamento convenzionali esistenti e rischi per le autorità di regolamentazione e depositari dei portafogli virtuali (wallet providers). L'Eba ha aggiunto che la moneta virtuale non è impermeabili agli hacker. Ciò che potrebbe segnare una svolta è l'annuncio della nascita di un Bitcoin Etf da parte dei gemelli Winklevoss.

Sono stati riportati casi di consumatori che hanno perso notevoli quantità di valuta virtuale, con scarse prospettive di averlo restituito. Inoltre, quando si utilizza moneta virtuale per le transazioni commerciali, i consumatori non sono protetti da alcun diritto di rimborso ai sensi del diritto comunitario. L'Eba ha anche ricordato che, come le operazioni in valuta virtuale offrono un alto grado di anonimato, possono essere usate per attività criminali, tra cui il riciclaggio di denaro. Questo uso improprio potrebbe portare le forze dell'ordine a chiudere le piattaforme di scambio. 

A luglio 2014, l'Eba ha pubblicato un parere sulle VV, al fine di favorire un processo di convergenza regolamentare a livello europeo. L'European Banking Authority ha evidenziato la necessità di definire, nel lungo periodo, un quadro normativo armonizzato, che riservi l'operatività in VV a soggetti autorizzati e definisca, tra l'altro, requisiti in materia di capitale e governance dei partecipanti al mercato e segregazione dei conti della clientela. Per ulteriori approfondimenti, si rimanda al documento "Avvertenza sull'uso delle cd. valute virtuali", pubblicato sul sito internet della Banca d'Italia.


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