Game Boy, mitica console di Nintendo compie 30 anni: la sua storia


Il Nintendo Game Boy segnò un'epoca videoludica, spalancando le porte al mondo delle console portatili. Era il 21 aprile 1989 quando la casa di Kyoto lanciò sul mercato una delle sue piattaforme da gioco più famose. Una scatola grigia da 220 grammi, con nome in codice "Dot Matrix Game", conquistò il mondo. Commercializzato come Game Boy, questo dispositivo era un sistema di gioco portatile a 8 bit molto diverso da qualsiasi altro in precedenza. Ogni iterazione di Game Boy ha affrontato diversi concorrenti, spesso con maggiori capacità tecniche. Eppure, ogni volta, Nintendo ha vinto. Questa settimana segna tre decenni di supremazia dei giochi portatili del colosso giapponese.

Come è riuscito Nintendo a farlo? Negli ultimi 30 anni, è stata praticamente la stessa storia. Come racconta The Verge, Nintendo ha gareggiato esattamente come sempre: sul prezzo, sulla semplicità e sulla qualità dei suoi giochi. Prendiamo ad esempio l'Atari Lynx. Rilasciato pochi mesi dopo il Game Boy, fu tecnicamente superiore in quasi tutti gli aspetti. Aveva uno schermo a colori retroilluminato e si basava su un'architettura a 16 bit, il che rendeva impressionanti i titoli di lancio come Blue Lightning anche accanto alle console domestiche del periodo. Ma a 179,99 dollari, la Lynx costava quasi il doppio del Game Boy, e i giochi non c'erano. Altri due importanti concorrenti con schermo a colori del Game Boy emersero l'anno seguente. 

Il Game Gear da 149,99 dollari di SEGA era leggermente più conveniente rispetto al Lynx, e almeno aveva grandi nomi come Sonic the Hedgehog, ma era noto per la sua durata della batteria, che era un grosso problema nei giorni in cui acquistare AA sostituitve. TurboExpress di NEC, nel frattempo, era una versione portatile tecnicamente straordinaria del TurboGrafx-16, ma il suo alto prezzo di 249,99 dollari e lo status di nicchia della sua console genitore significava che non sarebbe mai stato un gioco importante. Con i suoi primi concorrenti tutt'altro che vinti, Nintendo consolidò la sua presa sul mercato nel 1996 con l'uscita del Game Boy Pocket. Fino ad oggi, è una delle più drammatiche revisioni "slim" della console di tutti i tempi.


Pocket perse una grande quantità della massa originale del Game Boy ed eliminò il suo famigerato display green-on-green. Lo schermo di Pocket aveva le stesse dimensioni, ma aveva una frequenza di aggiornamento più rapida e un aspetto in scala di grigi molto più attraente. Il sistema adottò anche  solo due batterie AAA, rispetto alle quattro AA originali. Il Game Boy Color del 1998 era più o meno potente di un NES, consentendo la portatilità di giochi esclusivi a colori come Super Mario Bros. Il 1998 vide anche il rilascio di Neo Geo Pocket, solo in Giappone, della SNK, seguito l'anno successivo dal Neo Geo Pocket Color, venduto a livello mondiale. Questo fu senza dubbio il miglior colpo che qualcuno avesse mai inflitto al Game Boy fino ad allora. 

L'hardware era allo stesso modo solido e conveniente, con una durata della batteria elevata e un mini-joystick microswitched. La libreria del software conteneva anche diversi titoli straordinari. Il Game Boy Advance fu il primo Game Boy a 32 bit (ma integrava un coprocessore Z80 a 8 bit per garantire la retrocompatibilità con i vecchi titoli) e fu considerato la versione tascabile del Super Nintendo. Il design venne stravolto rispetto al passato, con i pad e i pulsanti che non erano più sotto lo schermo ma ai lati. Un design - ricorda Libero Tecnologia - che si trova ad esempio sul Nintendo Switch. Il GBA montava un processore ARM da 16 MHz, 288 Kb di RAM (dei quali 32 Kb integrati direttamente dentro al processore) e 96 Kb di RAM video. 

I colori massimi erano sempre 32 mila, ma ora se ne potevano visualizzare 512 contemporaneamente. Fu il primo Game Boy che poteva gestire dei giochi "quasi" 3D. Sempre dal Game Boy Advance deriva anche il Game Boy Micro del 2005, l'ultimo Game Boy prima che Nintendo puntasse tutto sulla console portatile DS (seguita da 3DS e da Switch). Il Game Boy Micro è quello che il nome dice: un GBA rimpicciolito al massimo a costo di perdere la compatibilità con i vecchi giochi per il Game Boy originale e per il Color. Non ha mai venduto un granché, ma nella vetrina dei collezionisti non può mancare. Poi la console portatile dovette competere con prodotti più avanzati e che offrivano una esperienza immersiva come la Playstation di Sony e l'Xbox di Microsoft.




Via: ANSA

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