Almeno un climber americano è tra i dieci o più morti dopo una valanga provocata da una scossa sull'Himalaya. Dan Fredinburg, un ingegnere di Google, è morto Sabato sul monte Everest nel corso di una valanga innescata dal terremoto di magnitudo 7,9 che ha colpito il Nepal poco prima di mezzogiorno e che ha fatto oltre millenovecento morti. La sorella Megan ha confermato la sua morte. Fredinburg, classe 1981, che era sull'Everest come parte del team del Jagged Globe, è morto a causa delle ferite alla testa riportate nella valanga, secondo la sorella di Fredinburg.
Manager di Google responsabile per la privacy, Fredinburg è stato anche il co-fondatore di Google Adventure, l'iniziativa che ha portato "Street View" all'estremo, facendola sbarcare in posti esotici proprio come il Monte Everest. Fredinburg - afferma Google - si trovava in Nepal a fare hiking sul Monte Everest insieme ad altri due dipendenti di Google, che sono salvi e al sicuro. Nel confermare la morte, Google si impegna a stanziare un milione di dollari per rispondere al terremoto e mette a disposizione per il Nepal "person finder", uno strumento per aiutare a trovare i propri cari.
Poco prima della valanga killer, Fredinburg aveva postato su Twitter una sua foto, durante una pausa nella scalata con un cappuccino. La sorella di Fredinburg, Megan, ha confermato il decesso in un post su Instagram, in cui ha spiegato che la morte è stata causata da un grave trauma cranico a seguito di una valanga sul Monte Everest. La didascalia recita: "Questa è Megan la sorella di Dan. Sono spiacente di informarvi tutti coloro che lo amavano, che durante la valanga sull'Everest questa mattina presto il nostro Dan ha sofferto di un grave trauma cranico e non ce l'ha fatta".
"Apprezziamo tutto l'amore che è stato inviato finora e sappiamo che la sua anima e il suo spirito vivranno così in molti di noi. Tutto il nostro amore e grazie a coloro che hanno condiviso questa vita con il nostro esilarante uomo dalla forte volontà preferito. Lui era ed è tutto per noi. Grazie", ha concluso. Fredinburg era un alpinista esperto ed era sull'Everest dall'anno scorso, quando una valanga si è abbattuta ad aprile sulla zona del campo 2 a circa 5.800 metri. Climber e i loro team utilizzano i social media per comunicare con i propri cari e aggiornare il mondo sul loro stato in montagna.
"Apprezziamo tutto l'amore che è stato inviato finora e sappiamo che la sua anima e il suo spirito vivranno così in molti di noi. Tutto il nostro amore e grazie a coloro che hanno condiviso questa vita con il nostro esilarante uomo dalla forte volontà preferito. Lui era ed è tutto per noi. Grazie", ha concluso. Fredinburg era un alpinista esperto ed era sull'Everest dall'anno scorso, quando una valanga si è abbattuta ad aprile sulla zona del campo 2 a circa 5.800 metri. Climber e i loro team utilizzano i social media per comunicare con i propri cari e aggiornare il mondo sul loro stato in montagna.
Le notizie dall'Everest sono arrivate in modo frammentario da quegli alpinisti che sono riusciti a comunicare via Twitter e Facebook nonostante un black-out nelle comunicazioni telefoniche. Di ufficiale al momento c'è solo una dichiarazione dell'esercito indiano che ha parlato di diciotto alpinisti stranieri morti (non ci sono italiani) e tredici cadaveri già recuperati. Fredinburg è il primo americano di cui si è avuta notizia ad aver perso la vita nel terremoto che ha piegato il Nepal, provocando valanghe sul Monte Everest. Non è ancora chiaro quanti americani ci potrebbero essere fra le vittime.
Si tratta del peggior terremoto degli ultimi ottant'anni in Nepal che è costato al momento almeno duemila morti: un bilancio destinato probabilmente ad aumentare con il passare delle ore, man mano che i soccorritori raggiungono le zone più impervie e proseguono le operazioni di rimozione delle macerie. Alla scossa principale di magnitudo 7,9 di sabato scorso fatto seguito numerose scosse di assestamento e una replica domenica mattina di magnitudo 6,7: in base all'ultimo bilancio delle vittime i morti in Nepal sono 1.953, mentre altre 53 persone sono decedute in India e 17 nel Tibet.
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