In Austria la controversia sulla potenziali violazioni di dati da parte di Facebook sono finite in un tribunale ordinario. Decine di migliaia di persone hanno aderito a un tipo di class action. Per tutti è diventato il paladino della difesa dei dati personali sul web. E ora nella sua sfida alla Silicon Valley lo seguono in 25mila. Max Schrems, un giovane studente in legge austriaco è il promotore di un ricorso collettivo senza precedenti contro Facebook. Sono appunto 25.000 le persone che lo hanno seguito in una class action per denunciare la politica del social network nella conservazione e nell'utilizzo di informazioni personali.
"Purtroppo non riguarda solo Facebook. Oggi si pone un problema serio sui dati personali su Internet. Non sono applicate le leggi. Le aziende che lavorano su internet devono decidere se conformarsi alle regole o continuare a vivere in una sorta di Far West", ha spiegato Schrems, che ha depositato il ricorso a un tribunale austriaco." A Facebook chiediamo più trasparenza in materia di uso dei dati personali. Chiediamo anche che la finisca con la sorveglianza di massa e la cooperazione con la National security agency. La nostra speranza è che il ricorso faccia giurisprudenza", ha aggiunto il giovane austriaco.
Ad appena 27 anni è visto come un Davide che sfida Golia. "Sono in molti a chiedermi se penso davvero di poter vincere contro un grande azienda come Facebook. Secondo me è molto semplice: esistono delle leggi e chiunque deve rispettarle, che sia un cittadino comune o un colosso del web. Questo ricorso si concentra sulle violazioni più evidenti, su niente insomma che possa essere interpretato in diversi modi", ha sottolineato Schrems. "L'unica altra opzione possibile sarebbe di disconnettersi completamente, tornare nella caverna senza internet, ma non è quello che ci auguriamo".
"Le tecnologie sono importanti ma a capo dei social network esiste purtroppo un monopolio che fa un cattivo uso della propria posizione dominante". E' iniziato con una risma di carta: Max Schrems voleva sapere ciò che Facebook sapeva di lui e ha ottenuto 1200 pagine di informazioni del suo profilo. Nel frattempo, egli ha ha fatto causa al social network tramite la sua iniziativa Europe vs Facebook. Schrems ha avviato questo processo per una class action con 25.000 sostenitori e altre 50.000 persone riunite intorno al web che opzionalmente vogliono unirsi all'azione stessa.
Ciascuno intende richiedere un risarcimento simbolico di 500 euro. Facebook, tuttavia, ritiene che il ricorso è irricevibile. Il problema con la class action è probabilmente che la sede europea della rete sociale è in Irlanda. Per Schrems Vienna è solo una delle diverse scene della sua lotta per il rispetto dei diritti di protezione dei dati su Facebook. La Corte Europea dovrà presto pronunciarsi su un'azione generale di Schrems per le pratiche di distribuzione dei dati da parte di società statunitensi alla NSA. Ciò potrebbe avere un impatto sui contratti tra l'Unione europea e gli Stati Uniti, come ad esempio l'accordo Safe Harbor ("approdo sicuro").
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