Spazio: @AstroSamantha torna sulla Terra e stabilisce nuovo record


L'astronauta dell’ESA Samantha Cristoforetti, l'astronauta della NASA Terry Virts e il comandante russo della Roscosmos Anton Shkaplerov, sono atterrati in sicurezza nella steppa kazaka dopo un viaggio di tre ore nella loro navicella spaziale Soyuz. Samantha Cristoforetti e i suoi colleghi astronauti, il russo Anton Shkaplerov e l’americano Terry Virts , sono atterrati sul suolo kazako (nei pressi della città di Dzhezkazgana) a bordo della capsula Soyuz TMA-15M. Partita per la Stazione Spaziale Internazionale il 23 novembre 2014 dal Cosmodromo di Baikonur, AstroSamantha (questo il suo nickname su Twitter) è tornata sul nostro pianeta dopo 199 giorni e 17 ore di missione.

Il ritorno dei tre cosmonauti era previsto per il mese scorso, 12 maggio, ma la missione Futura è stata prolungata di 30 giorni a causa di alcuni problemi al cargo russo Progress (portava tre tonnellate di rifornimenti ma non è mai arrivato alla ISS schiantandosi nell’Oceano Pacifico). Un rinvio con cui la Cristoforetti ha battuto il record dell'astronauta ESA con più giorni di permanenza consecutivi nello Spazio in un'unica missione. Protetti dalla tuta pressurizzata Sokol (che vuol dire Falco in italiano), guanti e casco, i tre astronauti hanno impiegato 200 minuti per tornare a terra, viaggiando a una velocità di 28.800 km/h (almeno nella prima parte del rientro). 

Il portellone della navicella - spiega Media INAF - è stato chiuso alle ore 09,04 italiane, mentre alle ore 12:20 è avvenuto il distacco della Soyuz dalla ISS. La capsula con a bordo i tre astronauti si è allontanata lentamente dalla Stazione con un sistema di molle, restando però nella stessa orbita a 400 chilometri dalla superficie terrestre. Alle 14:51è iniziata la fase di deorbit con la retro-accensione dei motori per scendere e rallentare fino ad uscire dall’orbita bassa della Terra. Alle 15:18 i tre moduli della Soyuz si sono separati: due sono rimasti nello spazio e uno è entrato nell’atmosfera raggiungendo temperature esterne altissime e arrivando a 10.500 metri a 800 km/h.


Poco dopo (15 minuti prima di toccare terra) si sono aperti in sequenza i 4 paracadute che man mano hanno rallentato – fino a 30 km/h – la fase di atterraggio. Un secondo prima dell’atterraggio, 4 piccoli motori a propulsione si sono accesi rallentano la capsula fino a circa 5 km/h e alle 15:44 la navicella ha toccato la steppa del Kazakistan. @Astrosamantha è uscita per seconda dalla Soyuz – dopo il comandante russo e prima del collega americano – con il sorriso che l’ha resa popolare. I tre sono stati subito accompagnati sulle poltrone da dove per la prima volta dopo mesi hanno potuto godere dell’aria fresca e delle voci di amici e colleghi lì ad accoglierli. 

L’astronauta dell’ESA – ingegnere e capitano dell’Areonautica Militare – è tornata a terra con un quadruplo record. Come sappiamo è la prima astronauta italiana. Inoltre è l’astronauta dell’ASI ed ESA (doppio primato) con più giorni totali in orbita in una sola missione. E proprio pochi giorni fa, alle 16.21 del 6 giugno scorso, la Cristoforetti è diventata anche l’astronauta donna ad aver trascorso più giorni consecutivi nello spazio nel corso di una sola missione (superando la collega della NASA Sunita Williams – 195 giorni). La missione Futura è la terza di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana, dopo “Volare” di Luca Parmitano e “Esperia” di Paolo Nespoli.

Tra le curiosità citiamo il record assoluto di permanenza nello spazio (438 continuativamente, 678 giorni complessivamente) detenuto dall’astronauta russo Valery Poliakov, mentre il record europeo è del tedesco Thomas Reiter con 350 giorni divisi in due missioni. Prima di iniziare il giro del mondo per raccontare la sua straordinaria esperienza, la prossima destinazione di Samantha Cristoforetti è la sede della NASA a Houston, dove effettuerà i controlli medici di rito prima di iniziare il recupero fisico. Proprio da Houston, lunedì si collegherà con l’Italia per una conferenza stampa trasmessa in diretta all’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e che Media INAF seguirà sul posto.





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