Pit Salute 2013: liste attesa non si abbattono, 15 mesi per una MOC


Undici mesi per una mammografia, quindici per una MOC, otto per una colonscopia. E undici mesi per una visita urologica o oculistica, sei per una ortopedica, ben sei per una visita oncologica: le lunghe liste d'attesa per accedere ad esami, visite ed interventi chirurgici sono la prima voce (74,3%) delle segnalazioni raccolte dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva (TDM) che ha pubblicato l'annuale Rapporto Pit-Salute.


Lamentele anche per il maggiore ricorso all'intramoenia a causa proprio dei tempi eccessivi nel pubblico (15,4%) e l'insostenibilità dei costi dei ticket (10,3%). Il 37,2% delle segnalazioni riguarda gli esami diagnostici, mentre il 29,8% fa riferimento a visite specialistiche. Un'altra parte rilevante delle segnalazioni (28,1%) si concentra attorno alle richieste di ricovero per intervento chirurgico, mentre quasi il 5% rappresenta gli accessi per terapie oncologiche, quali chemioterapia e radioterapia.

''Ci troviamo di fronte ad un Servizio Sanitario inaccessibile, che decide chi curare utilizzando il criterio cronologico (impossibile ammalarsi a fine anno, vale a dire ''chi prima arriva meglio alloggia'') e territoriale. Una selezione realizzata di fatto attraverso un taglio del Fondo Sanitario Nazionale senza precedenti, pari ad oltre 30 miliardi di euro nel periodo 2013-2015 e con effetti peraltro retroattivi, con tutto ciò che questo comporta'', ha spiegato Tonino Aceti, coordinatore del Tdm e responsabile del Coordinamento Nazionale delle associazioni dei malati cronici:

''Un definanziamento pagato direttamente con i soldi dei cittadini, obbligati a farsi carico delle cure a costi sempre maggiori o a rinunciarvi, e sostituito dall'assistenza prestata dalle famiglie, pilastro reale del Sistema di welfare, nei confronti delle quali lo Stato ha attuato una vera e propria delega assistenziale''. Nell'ambito degli esami diagnostici, mediamente, si attende di più per le prestazioni di radiologia, come dimostra il 24% delle segnalazioni del 2012 (15,4% nel 2011).


Si tratta di un dato in aumento, che sottolinea l'annosità del problema. Seguono due ambiti molto delicati, l'oncologia con il 17,5% (20,4% nel 2011) e ginecologia e ostetricia con il 13,6% (nel 2011 14,3%). I valori di Cardiologia e Gastroenterologia rimangono sostanzialmente invariati, rispettivamente con un 9,8% e un 9,7%. Per la specialistica e' invece l'oculistica ad essere segnalata come maggiormente a rischio e rappresenta da sola circa un quarto delle segnalazioni (25,6%, mentre era 18,5% nel 2011).

Per quanto riguarda le segnalazioni nel campo dell'assistenza territoriale, il confronto fra le ultime annate permette di notare un sostanziale equilibrio fra i valori, con differenze che non superano i due punti percentuali, tranne nel caso della riabilitazione, che passa dal 16,9% del 2011 al 13,6% del 2012, o con voci che mantengono la medesima incidenza di segnalazioni (come l'assistenza residenziale, con il 18,3% sia nel 2011 che nell'anno successivo).


Le visite cardiologiche, con un dato anch'esso pari al 25% del totale (il valore era dell'11,5% nel 2011), sono un altro ambito di disagio, assieme a quelle ortopediche (dato 2012: 15,1%; dato 2011: 17%). Colpisce il dover annoverare ancora l'area oncologica tra gli oggetti di segnalazione: un dato del 9% (coerente per il 2012 e il 2011) non è ancora garanzia della tempestività che è necessaria per un ambito così delicato.

Per gli interventi chirurgici, i cittadini hanno segnalato, per il 2012, eccessiva attesa per gli interventi di ortopedia (24,7%), oncologia (16,4%), chirurgia generale (13,7%, ma era 8% nel 2011) e urologia (10,3%; 14% nel 2011): nel primo caso il valore si è abbassato rispetto alla rilevazione 2011 (era pari al 29%), nel secondo caso è aumentato (era infatti pari al 14%). Dal Rapporto Pit Salute emerge inoltre che ottenere i servizi di assistenza domiciliare è sempre più problematico:

16,4% delle segnalazioni nel 2012 contro il 14,3% nel 2011), così come l'assistenza protesica ed integrativa, che ottiene un aumento delle segnalazioni dal 9,1% del 2011 all'11,3% del 2012. Nelle segnalazioni si riscontra un prevalere di atteggiamenti sgarbati verso i pazienti (oltre un terzo delle segnalazioni: nel 2012 il valore è del 31,5%, in calo rispetto al dato 2011, 36,6%).

Seguono incuria (30,2% del totale, nel 2012; in aumento rispetto all'anno precedente, con 25,9%) e maltrattamenti veri e propri (14,8% nel 2012, 13,4% nel 2011). Le proposte del Tdm per migliorare il servizio e l'accesso alle cure: "Stop ad ulteriori tagli al Fondo sanitario; aggiornamento dei Lea; consultabilità per tutti i cittadini dei tempi di attesa reali; coinvolgimento delle organizzazioni dei cittadini e dei pazienti nell'iter di approvazione del nuovo Patto per la Salute che traccerà la sanità per i prossimi anni e nell'eventuale iter di riforma del sistema dei ticket".

Via: ASCA

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