L'ennesimo fallimento di un lancio d'un razzo Proton dallo storico cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, rischia di porre di nuovo all'ordine del giorno il prosieguo delle attività spaziali commerciali russe, quando meno dal sito che ha visto l'epopea dei cosmonauti. E' stato probabilmente uno dei motori a provocare l'esplosione del Proton, che aveva a bordo tre satelliti per il sistema di navigazione, per un valore complessivo di circa 200 milioni di dollari.
"La prima analisi della telemetria e i le immagini dei primi secondi del volo del veicolo Proton M ci permettono di presumere che uno dei motori di controllo direzionale non abbia ben funzionato", ha spiegato una fonte all'agenzia di stampa Interfax. "Contemporaneamente i motori di propulsione del primo stadio del razzo hanno continuato a operare finché non è caduto giù. Apparentemente - ha aggiunto - i sistemi hanno rilevato un malfunzionamento, ma non sono stati in grado di spegnere i motori di propulsione per allontanare il razzo dal sito di lancio".
Sono stati momenti pericolosi. Il razzo s'è staccato dalla rampa, ma è ricaduto giù cinque secondo dopo. L'incidente ha costretto a una parziale evacuazione del cosmodromo, in particolare delle rampe di lancio 254 e 2. Alla fine, secondo una fonte del cosmodromo "sulla base delle informazioni preliminari non ci sono state vittime o danni causati dall'incidente". Dopo la ricaduta, s'è generata una nube tossica provocata dall'incendio dell'eptano, usato come combustibile del razzo.
"E' apparsa già una nuvola di eptano. Può essere vista sul cosmodromo", ha spiegato il ministro delle Situazioni d'emergenza kazako Vladimir Bozhko. L'agenzia spaziale kazaka Kazcosmos ha assicurato che la nube velenosa non dovrebbe rappresentare una minaccia per la città di Baikonur. "Ci sono approssimativamente 60 km dal luogo dell'incidente alla città di Baikonur. I nostri esperti stanno prendendo campioni di aria e di terreno per impedire che si diffondano sostanze dannose fino alle comunità abitrate", ha detto il capo di Kazcosmos Talgat Musabaiev.
"Le forze russe - ha continuato - hanno circondato il cosmodromo e nessuno può entrare nell'area perché può essere estremamente pericoloso". Il governo kazako, memore di altri, recenti incidenti, dal canto suo ha immediatamente annunciato la costituzione di una commissione per indagare l'impatto ambientale dell'incidente. "Ordino la creazione di una commissione governativa guidata dal ministro per la protezione ambientale che dovrà studiare l'impatto dell'incidente al cosmodromo sulla situazione ambientale e il territorio kazako adiacente al cosmodromo", ha detto il primo ministro Serik Akhmetov durante una riunione del governo ad Astana.
Il Proton-M portava tre satelliti destinati a rafforzare la rete di navigazione satellitare russa Glonass. Era il primo lancio dal 2011 di questi satelliti e veniva dopo una serie di stop forzati dovuti al mancato accordo tra Mosca e Astana sull'utilizzo di Baikonur, proprio alla luce di una serie di preoccupazioni sulla sicurezza e sull'ambiente avanzati dal Kazakistan, dietro le quali si intravede una crescente insofferenza per l'inquilino russo. La Russia ha un affitto di lungo periodo per il Kazakistan.
Ogni anno paga 115 milioni di euro e il suo contratto scadrà nel 2050. Recentemente tuttavia il Kazakistan ha mostrato di voler aumentare il proprio controllo sul cosmodromo, mentre la Russia sta costruendo un'altra base nella regione dell'Amur, in Estremo Oriente russo. Per quest'anno il Kazakistan aveva autorizzato solo una parte dei lanci richiesti da Mosca e, per sbloccare l'impasse tra le due parti, c'era voluto un incontro tra i presidenti dei due paesi: Vladimir Putin per la Russia e Nursultan Nazarbaiev.
La posizione kazaka sul cosmodromo si è irrigidita dal 2007, quando un razzo Proton-M con a bordo un satellite giapponese per le telecomunicazioni esplose poco dopo il lancio. I frammenti non fecero vittime, ma caddero nelle vicinanze della città di Zhezkagan, dove casualmente in quelle ore si trovava in visita il presidente Nazarbaiev. Dopo l'esplosione di oggi, ci saranno certamente altre battute d'arresto. Secondo una fonte del l'industria spaziale, citata da Interfax, probabilmente anch il lancio del modulo-laboratorio multiruolo (Mlm) destinato alla Stazione spaziale internazionale sarà rimandato al prossimo anno.
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