ASASSN-15lh, la supernova più brillante mai vista, può essere considerata ad oggi uno dei misteri più intriganti dell'astronomia. Scoperta nel giugno 2015 dal gruppo All Sky Automated Survey for SuperNovae, ASASSN-15lh è un esempio di un raro tipo di superluminous supernova, a volte chiamata ipernova. Tuttavia, in uno studio pubblicato su Science, il team del Kavli Institute for Astronomy and Astrophysics presso l'Università di Pechino, che per primo ha individuato la supernova, riferisce che ASASSN-15lh sfida il normale comportamento delle supernove nella sua classe. La scoperta potrebbe portare a un nuovo modello di comportamento delle supernova.
Come descritto in un nuovo studio pubblicato su Science, ASASSN-15lh è tra le supernovae superluminous più vicina mai vista, a circa 3,8 miliardi di anni luce di distanza. Data la sua luminosità e la vicinanza inquietante, ASASSN-15lh potrebbe offrire indizi chiave per svelare i segreti di questa classe sconcertante di detonazioni celesti. "ASASSN-15lh è la supernova scoperta più potente della storia umana", ha detto l'autore principale dello studio Subo Dong, astronomo del Kavli Institute for Astrophysics (KIAA) di Pechino in Cina. "Il meccanismo dell'esplosione e la sorgente della potenza rimangono avvolte nel mistero, perché tutte le teorie note incontrano seri problemi nello spiegare l'immensa quantità di energia che ASASSN-15lh ha irradiato", ha aggiunto.
La sorgente è collocata nella costellazione di Indius in direzione della galassia APMUKS(BJ) B215839.70-615403.9. ASASSN-15lh è un nuovo evento di supernova superluminosa, scoperta dal gruppo della All Sky Automated Survey for SuperNovae (ASAS-SN), una collaborazione internazionale con quartier generale alla Ohio State University, grazie a una rete di telescopi robotici di 14 cm di diametro sparsi in tutto il mondo che scandagliano il cielo nella banda della luce visibile ogni due o tre notti, alla ricerca supernovae brillanti. Dopo il primo allerta di un nuovo possibile evento segnalato dal sistema di ASASSN, il 14 giugno del 2015, nei giorni seguenti altri telescopi più potenti sono stati puntati sulla sorgente per raccogliere e analizzare la sua luce.
"E' stato grazie però agli spettri raccolti con il telescopio Du Pont in Cile e soprattutto il Southern African Large Telescope e il Magellan Clay che siamo riusciti a calcolare la distanza dell'esplosione e quindi a risalire alla immane luminosità rilasciata nell'evento, paragonabile ad alcune decine di volte quella di tutte le stelle che compongono la nostra Galassia", racconta Filomena Bufano, dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Catania e coautrice del lavoro sulla scoperta. La luminosità di ASASSN-15lh, nel momento del picco massimo di emissione, era equivalente a quella di 570 miliardi di stelle come il Sole (venti volte l'intera emissione della nostra Via Lattea). Lo spettro di ASASSN-15lh assomiglia a quelli delle supernovae superluminose povere di idrogeno.
Le osservazioni in corso hanno rivelato che ASASSN-15lh porta alcune caratteristiche coerenti con "hydrogen-poor" (Tipo I) supernove superluminous. "L'importanza di questa classe di supernovae estreme sta nella possibilità di osservarle anche a grandissime distanze, grazie alla loro estrema luminosità - commenta Bufano -. La comprensione dell'origine fisica di questo tipo di oggetti è fondamentale dunque non solo perché potremo utilizzarli come indicatori di distanza ma anche perché attraverso essi saremo così testimoni dell'evoluzione delle stelle formatesi nelle prime fasi dell'Universo, grazie anche alle grandi potenzialità dei futuri telescopi come lo European Extremely Large Telescope (E-ELT) e il James Webb Space Telescope".
Le osservazioni in corso hanno rivelato che ASASSN-15lh porta alcune caratteristiche coerenti con "hydrogen-poor" (Tipo I) supernove superluminous. "L'importanza di questa classe di supernovae estreme sta nella possibilità di osservarle anche a grandissime distanze, grazie alla loro estrema luminosità - commenta Bufano -. La comprensione dell'origine fisica di questo tipo di oggetti è fondamentale dunque non solo perché potremo utilizzarli come indicatori di distanza ma anche perché attraverso essi saremo così testimoni dell'evoluzione delle stelle formatesi nelle prime fasi dell'Universo, grazie anche alle grandi potenzialità dei futuri telescopi come lo European Extremely Large Telescope (E-ELT) e il James Webb Space Telescope".
Fra i modelli proposti per spiegare le luminosità estreme di queste, il più accreditato è quello che vede la formazione di una "magnetar", ovvero una stella a neutroni caratterizzata da un campo magnetico estremamente potente e altissima velocità di rotazione, che potrebbe fornire una notevole quantità di energia addizionale rispetto alle supernovae "tradizionali". "Se ASASSN-15lh si fosse trovata alla distanza di Sirio, la stella più luminosa nel cielo notturno, situata a 8.5 anni luce da noi - afferma l'astrofisico Gianluca Masi l'avremmo vista brillare con una luminosità apparente pari a quella del Sole". Per avere maggiore comprensione sulla supernova "Assassina", i ricercatori hanno ottenuto delle ore di osservazione con il più celebre dei telescopi spaziali, Hubble.
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