Phubbing/ in vacanza con lo smartphone: farsi furbi, tra vizi e le virtù


Proprio in questi giorni, dalla lontana Australia, arriva una campagna di sensibilizzazione contro il fenomeno del "phubbing", ovvero la dipendenza da smartphone che distoglie l’attenzione dalle interazioni “reali” a favore della vita sui social network.  L'ideatore della campagna è Alex Haigh, ventitreenne di Melbourne, stanco di essere snobbato dagli amici a causa dell'abuso da smartphone.

LEWIS PR, agenzia di PR e comunicazione digitale, ha voluto osservare il comportamento degli italiani in vacanza sulle nostre spiagge. Di fatto, dall’ultima indagine pubblicata dall’Osservatorio Mobile Internet, Content & Apps della School of Management del Politecnico di Milano, è emerso che in Italia sono ben 27 milioni a possedere uno smartphone e di questi, circa 22 milioni lo usano per navigare su Internet. 

Una vera e propria mania che in vacanza può dare origine a fenomeni curiosi. Essere sempre connesso o staccare del tutto e riemergere “online” solo al ritorno dalle vacanze? Per quanto affascinante sia la seconda opzione, basta dare un’occhiata a Facebook o a Instagram per vedere come, gli italiani, scelgano di restare sempre online. 

C’è chi controlla costantemente la mail di lavoro, chi aggiorna costantemente lo status su Facebook, chi posta migliaia di fotografie su Instagram per documentare ogni minuto della propria vacanza e chi si tagga e registra ovunque vada, per far vedere che è in ferie. Proprio per evitare spiacevoli disagi, qualche lido ha iniziato a esporre delle “regole di buone maniere” per limitare l’utilizzo dello smartphone e delle fotografie. 

Ma non è solo questione di esibizionismo, i social network e lo smartphone possono essere un valido supporto all’organizzazione e ottimizzazione della vacanza. Grazie ai “social geolocalizzati” come Foursquare e Tripadvisor e alle “registrazioni” in Facebook e G+ è possibile fare nuove conoscenze, leggere e postare opinioni, consigli e recensioni su locali e su ristoranti per evitare le classiche trappole per turisti e ricevere spunti utili. 

Tutto questo download e upload fa emergere il problema della connessione: nelle località più famose, vuoi per l’affollamento di ferragosto, vuoi perché spesso le spiagge migliori sono in località remote, la connessione 3G/HSDPA non è veloce come in città. Scatta quindi la caccia al bar con il WiFi libero e disponibile, questa, in realtà, più che un’opzione percorribile sembra una chimera. 

Purtroppo sono ancora pochi gli esercizi commerciali che offrono WiFi libero e scelgono di interagire sui social, sfruttando anche le opportunità di marketing che permettono quelli geolocalizzati. Possibilità che consigliamo di non sottovalutare per l’estate 2014. Contro il fenomeno "dipendenza da telefonino" è nata anche una vera e propria campagna sul web portata avanti dal sito stopphubbing.com.


Via: Lewis Pr

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