I due hacker arrestati mercoledì scorso dalla Polizia postale e delle Comunicazioni, un livornese di 31 e un 27 originario della provincia di Sondrio, erano vere e proprie "star" del mondo underground, noti rispettivamente con i nickname "aken" e "otherwise". Due primule rosse del vertice di Anonymous in Italia. Tra i loro obiettivi più recenti gli attacchi ai sistemi informatici del ministero della Difesa, del ministero della Salute, del dicastero dell'Ambiente e di diversi dipartimenti della presidenza del Consiglio e l'ultimo bersaglio, in ordine di tempo, il sistema informatico di Expo 2015. Altre persone sono state denunciate per favoreggiamento.
I due presunti hacker, a quanto riferiscono fonti investigative, sono stati arrestati mentre erano collegati tra loro al computer e stavano commentando gli ultimi attacchi informatici e nè stavano pianificando un'altro. Nel corso delle perquisizioni domiciliari sono stati sequestrati pc e materiale ritenuto utile alle indagini. La scoperta della "cellula" è stata possibile grazie a un complesso lavoro investigativo e soprattutto alla attività e all'apporto decisivo svolta da un agente sotto copertura che è riuscito a penetrare nella "cellula". Sono in corso accertamenti per stabilire se i pirati informatici abbiano ceduto a terzi informazioni sensibili ottenute dalle scorribande sulla Rete e dalla violazione dei sistemi informatici di diversi ministeri.
Insieme ai due arresti gli investigatori hanno inoltre denunciato un 36enne originario della provincia di Torino (nickname "h[a]te") e due giovani originari della provincia di Livorno, un 27enne e un 31enne. A loro carico, nel corso dell'indagine, spiegano gli inquirenti, "sono stati acquisiti concreti elementi probatori che hanno permesso di ricostruire un complesso scenario criminale in cui gli indagati erano soliti muoversi per portare a termine ripetuti attacchi informatici ai sistemi di numerose amministrazioni pubbliche ed aziende private, dalle quali venivano illecitamente carpite credenziali di autenticazione (userid e password) ed altre informazioni sensibili, successivamente pubblicate sul web, attraverso veri propri canali social noti nell'ambiente".
Le indagini effettuate dal Cnaipic, il Centro nazionale contro i crimini informatici della Polzia Postale e delle Comunicazioni, hanno portato ad appurare, tra l'altro, come i nickname "otherwise" e "aken", corrispondenti a quelli degli organizzatori dell'associazione e promotori delle azioni delittuose, fossero già emersi nel corso di precedenti indagini. "Otherwise" è stato infatti il promotore della campagna nota come "Oprevenge/Optrasparenza" nell'ambito della quale il gruppo ha effettuato attacchi informatici a sistemi di enti istituzionali e di forze di polizia, nonché della cosiddetta "Million mask march", mentre aken è il fondatore e leader indiscusso del canale di livello internazionale noto come "Operation Greenrights", ossia della campagna in cui sono stati riuniti gli attacchi di matrice ambientalista.
Il gruppo criminale nel tempo ha attaccato i sistemi informatici di importanti istituzioni ed infrastrutture critiche quali Corte Costituzionale, Presidenza del Consiglio, i Ministeri dell'Interno, della Giustizia, della Salute, dello Sviluppo Economico, la Procura ed il Tribunale di Torino (campagna No Tav), i siti del Tribunale di Milano e del Dap, la Polizia di Stato, l'Arma dei Carabinieri, le Regioni Veneto, Calabria, Piemonte, Equitalia, i sindacati di Polizia Coisp e Siulp e della Polizia Penitenziaria Sappe ed Osapp, Eni e Enel. A fianco alle due star, sono stati individuati - oltre a ventuno persone già indagate - un alto numero di complici. Uno, in particolare, era stato già arrestato nell'operazione Tango Down del 2013, e risiede nel Canavese.
Tra le campagne hacker, l'iniziativa Antimilitarist (#2) e le incursioni contro il sito e la biglietteria di Expo 2015. Intanto, il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, si è recato nel pomeriggio di ieri al Centro nazionale Anticrimine informatico per la Protezione delle infrastrutture critiche per una riunione operativa con i referenti delle infrastrutture critiche nazionali. "Più avanza la tecnologia, maggiore è la necessità di contrastare il crimine utilizzando le stesse reti che usano i criminali, ha detto, intervenendo il ministro. Ecco perchè il web, che il grande deposito del sapere universale, diventa il luogo di transito delle reti criminali ed è questa l'azione che noi dobbiamo svolgere nel proteggere la sicurezza dei nostri cittadini".
Il gruppo criminale nel tempo ha attaccato i sistemi informatici di importanti istituzioni ed infrastrutture critiche quali Corte Costituzionale, Presidenza del Consiglio, i Ministeri dell'Interno, della Giustizia, della Salute, dello Sviluppo Economico, la Procura ed il Tribunale di Torino (campagna No Tav), i siti del Tribunale di Milano e del Dap, la Polizia di Stato, l'Arma dei Carabinieri, le Regioni Veneto, Calabria, Piemonte, Equitalia, i sindacati di Polizia Coisp e Siulp e della Polizia Penitenziaria Sappe ed Osapp, Eni e Enel. A fianco alle due star, sono stati individuati - oltre a ventuno persone già indagate - un alto numero di complici. Uno, in particolare, era stato già arrestato nell'operazione Tango Down del 2013, e risiede nel Canavese.
Tra le campagne hacker, l'iniziativa Antimilitarist (#2) e le incursioni contro il sito e la biglietteria di Expo 2015. Intanto, il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, si è recato nel pomeriggio di ieri al Centro nazionale Anticrimine informatico per la Protezione delle infrastrutture critiche per una riunione operativa con i referenti delle infrastrutture critiche nazionali. "Più avanza la tecnologia, maggiore è la necessità di contrastare il crimine utilizzando le stesse reti che usano i criminali, ha detto, intervenendo il ministro. Ecco perchè il web, che il grande deposito del sapere universale, diventa il luogo di transito delle reti criminali ed è questa l'azione che noi dobbiamo svolgere nel proteggere la sicurezza dei nostri cittadini".
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