Chiusa a Roma la campagna Una vita da Social della Polizia di Stato


"Si deve insistere sul potere delle parole, sull'uso del linguaggio e sulla forza della comunicazione. Voglio che la storia di mio figlio giri perché il suo compagno più perfido è stato il silenzio, tutto ciò che non è stato capace di dire". E' il desiderio espresso con le lacrime agli occhi ad oltre mille studenti della Capitale, che ascoltavano composti ed in silenzio, dalla mamma di Andrea Spaccacandela dopo la presentazione del format teatrale del giornalista Luca Pagliari dal titolo "Like, storie di vita online". Lo spettacolo si ispira alla vicenda del quindicenne romano schernito sui social network come il ragazzo "dalle unghie rosa", suicidatosi il 12 novembre 2012.

L'evento, spiega una nota del Ministero dell'Interno, è stato la tappa conclusiva di "Una vita da social", la campagna educativa itinerante della Polizia di Stato in collaborazione con il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, che si è svolta il 28 maggio scorso al teatro Brancaccio di Roma e che verrà riproposta per il prossimo anno scolastico. Nel corso degli incontri, gli uomini della Postale sono scesi tra i ragazzi per dare da vicino consigli sull'uso responsabile e consapevole del Web, coinvolgendoli anche con domande per vedere la loro conoscenza della Rete.

"Il cyberbullismo è tra i pericoli che più spaventa gli adolescenti italiani. Ciò non può lasciare indifferenti, ecco perché ritengo che la politica abbia non solo il diritto ma anche il dovere di adoperarsi per un uso responsabile del web, un uso che rispetti anche i giovani e i giovanissimi che frequentano la Rete". Con queste parole, lette da un agente di Polizia prima della proiezione del video sulla storia di Andrea, la presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, ha invitato i ragazzi in sala ad un uso che riporti internet e i social network alla loro funzione originaria: essere cioè uno straordinario strumento di emancipazione, crescita culturale e comunicazione.


Hanno concluso la giornata gli interventi dei comici Maurizio Battista, Roberto Ciufoli, Tiziana Foschi ed i protagonisti della fiction "Braccialetti rossi". La presidente Boldrini, non presente all'evento, ha comunque voluto inviare un messaggio alla Polizia di Stato per ringraziare dell'impegno profuso in questo progetto. E' stato presentato, inoltre, il sondaggio svolto da skuola.net, che ha confermato quanto detto dalla Boldrini, e cioè che tre ragazzi su quattro si dichiarano preoccupati dall'escalation del cyberbullismo. Il 55,5% degli intervistati ha risposto che il cyberbullismo sta diventando un fenomeno sempre più violento.

Gli stessi ragazzi, nella percentuale di uno su tre, si sono detti convinti dell'utilità di iniziative di formazione nelle scuole per contrastare questo fenomeno ed il 52,7% di loro si è detto preoccupato di chi può visionare i contenuti messi sui social network. Le vicende drammatiche di suicidi di adolescenti presi in giro sulla rete hanno, secondo il sondaggio, colpito molto i ragazzi: il 63,5% dei giovani ha risposto che a seguito di queste gravi vicende fa più attenzione nella rete. L'80,1% dei ragazzi si è detto consapevole che diffamare una persona su internet è un reato, l'11,7% ha dichiarato di pensare che su internet la diffamazione fosse meno grave, mentre l'8,2% ha detto di utilizzare proprio per questo un account fasullo.

La maggioranza dei ragazzi si è inoltre detta contraria al "Neknominate", gioco sui social network che costringe i ragazzi a fare qualcosa se si viene nominati: il 76,6% ha dichiarato che non accetterebbe di fare cose stupide o pericolose, il 10,5% ha invece detto di essere d'accordo perché è un gioco divertente, mentre il 2,9% si è detto favorevole per evitare di essere preso in giro e infine il 10% ha risposto di non accettare questo tipo di giochi per non farsi scoprire dai genitori.  Nella versione italiana il protagonista è solo l'alcol. Al sondaggio hanno partecipato 2.500 studenti e nella maggior parte, il 52,2%, dai 14 ai 17 anni.




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