La Sicilia è al momento uno dei pochi territori d'europa candidato per la produzione, su scala mondiale, dell'energia foto-voltaica. Da Tokyo, capitale del Giappone, a dare l'annuncio del più consistente ed importante investimento di capitali effettuato in Italia da una scietà giapponese, è il sottosegratario Adolfo Urso. Lo stesso uomo di governo avverte che a scegliere la Sicilia è la Sharp, società leader nel campo delle energie.
Il progetto è quello di allogare anche negli stabilimenti catanesi della S.T. Microelettronics, una nuova centrale di produzione, che abbia le stesse caratteristiche di quella, recentemente costruita a Sakai nei pressi di Osaka. La produzione ipotizzata è quella dei pannelli di ultima generazione che ha, tra l'altro, da un lato il pregio di abbattere di oltre il 30% i costi dei pannelli classici, dall'altro consente di creare "pezzi" ad alta definizione, formati da una pellicola sottile, chiamata dai tecnici film, e da una tripla giunzione.
L'obiettivo da raggiungere è quello, appunto, di innovare le energie classiche che creando, attraverso il binomio energia ed ambiente, nuove prospettive di produzione di energia.
Considerato, inoltre, che le fonti dell'energia, già tra qualche anno, dovranno rispondere ad una ripartizione che ricalchi il 25% di rinnovabile, di un altro 25% di nucleare e del 50% di origine fossile, il conto è presto fatto: l'Enel è la società italiana in condizione di lavorare alle tre propettive.
L'Enel, quindi, ha puntato in maniera decisa sull'unica e sola piattaforma del Mediterraneo che è la Sicilia, tra l'altro la stessa Sharp negli incontri e riunioni bilaterali avute con l'Enel aveva già individuato la Sicilia per costruire strutture per una piattaforma energetica in grado non soltanto di produrre energia, ma di fornirne all'intero bacino meridionale del globo.
Catania, secondo Enel e Sharp, potrebbe essere il primo sito per la costruzione dei pannelli solari, unitamente al campo di generazione di elettricità, che dovrebbe raggiungere, negli obiettivi industriali dei due partner, Enel e Sharp, 480 megawatt nel 2011 e un gigawatt al momento in cui l'impianto andrà a regime.
Questo progetto, che costituirebbe per l'intera Sicilia, l'inizio della rinconversione dopo la crisi, tale per cui l'intera Isola avrebbe di fronte prospettive totalmente diverse da quelle attuali di sottosviluppo, prevede una massa di 1 miliardo e 38 milioni di euro di investimenti ed il coinvolgimento anche di S.T. Microelettronics, che è l'unico dei tre partner, che ancora nicchia.
L'Enel dal suo canto stanzierà 220 milioni di euro che serviranno a costruire la fabbrica, mentre 300 milioni saranno destinati ai campi solari. L'occupazione che potrebbe essere sviluppata supera la 600 unità.
Da questa notizia giuntaci dal Giappone, or sono pochi giorni fà, si può dedurre:
1) la Sicilia è il luogo più ambito in cui è possibile, per condizioni geo-fisiche, produrre le energie alternative, di cui il mondo non può più farne a meno, ovvero fotovoltaico, eolico e geotermico;
2) l'Enel è la società leader nelle energie alternative, ha il know-how necessario per produrle e possiede i capitali per gli investimenti; capitali che Sharp ha deciso di investire per proprio conto insieme ad Enel, in questo settore del futuro;
3) l'incognita, ovvero l'unica, è quella riguardante StM., in quanto, la multinazionale in questa fase subisce l'influenza dell'azionista francese, il quale potrebbe storcere il muso di fronte ad un investimento da fare in Sicilia. Almeno, per il momento, l'Italia non è il luogo dove il governo francese vorrebbe investire, tantomeno la Sicilia.
Via: I vespri
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