Gli atenei Usa si spostano nel cloud computing


Il futuro è nella formazione e nella collaborazione a distanza, da casa propria, ognuno con il proprio Pc o in spazi di coworking appositamente disegnati. Sempre più Università americane scelgono la ”nuvola”  per far esercitare i propri studenti. Il motivo più importante è l'esigenza di budget, come dimostra il caso della North Carolina University che, chiudendo metà dei propri laboratori ed eliminando il costo del rimpiazzo dei vecchi computer, è arrivata a risparmiare mezzo milione di dollari. 

Altri atenei, come la Duke University, hanno preso la stessa decisione dopo aver osservato che la sale per i Pc rimanevano spesso semi-deserte, dato che il 95 % degli studenti arrivava ormai al campus col proprio computer. Agli indubbi vantaggi economici dell’abolizione dei laboratori didattici, fa in parte da contraltare l’esigenza di disporre di server più potenti. 

C’è poi la questione del tipo di licenze software da utilizzare. Come spiega sul suo sito l’Università di Colorado State, delegando al web la formazione di un ampio parco di studenti, diventa poco conveniente usare formati proprietari come quello di Microsoft Office. ”Questo significherebbe comprare delle licenze per circa 2.000 studenti, al costo di 51.26 dollari l’una, per un totale di 106.000 dollari. Le licenze inoltre durano solo un certo numero di anni e poi devono essere rinnovate”. 

La scelta è caduta perciò su un prodotto open source come Open Office, che non ha costi di licenza e cui file possono essere salvati in un formato compatibile con quello di Microsoft. Ma non tutti i programmi proprietari sono sostituibili così facilmente con delle versioni open source, e questo rappresenta il motivo principale per molti istituti non sono ancora passati al cloud computing, anche se alcune scuole si stanno attrezzando per mettere in condivisione online software professionali, come quelli usati nelle facoltà di ingegneria e statistica.

Fonte: La Stampa

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