Un uomo ha lasciato la moglie, dopo aver scoperto che lei si prostituiva, virtualmente, all'interno di Second Life. Protagonisti della vicenda e' una coppia di quarantenni di Massa (Massa Carrara), sposati da 15 anni, che abitano in citta' e che ora sono finiti dall'avvocato perche' l'uomo vuole separarsi dopo quanto ha scoperto. La moglie, dipendente pubblico, ingenuamente ha deciso di chiamare il personaggio virtuale con nome e cognome vero e l'uomo per caso ha scoperto tutto. Il martito stava visitando 'Second Life' con un amico che, per fargli conoscere tutte le opportunita' che questo gioco offre, gli ha mostrato come era possibile anche fare sesso cibernetico con escort di lusso.
L'uomo, all'inizio divertito da tutta la situazione, ha improvvisamente cambiato espressione quando ha scoperto che la prostituta con cui il suo compagno di gioco iniziava ad avere i primi approcci sessuali, aveva lo stesso identico nome e cognome di sua moglie. Il 40enne massese e' corso a casa e ha trovato la moglie ancora davanti al computer mentre era impegnata con altri clienti virtuali. La donna ha allora provato a spiegare al marito infuriato che fare sesso virtuale non e' tradimento. La decisione del marito e' stata quella di cercare un avvocato per avviare subito la pratica di separazione.
Per un periodo è stata un'autentica mania. Sembrava che il futuro digitale dovesse passare per forza da Second Life. Il mondo virtuale confezionato nel 2003 dal californiano Linden Lab e soprattutto dalle visioni del fisico, imprenditore ed ex enfant prodige Philip Rosendale. Un universo parallelo, con le sue affascinanti eccezioni alle ferree regole della realtà, nel quale ciascuno ha modo di realizzare il proprio avatar, cioè un alter ego elettronico, e immergersi in un'esistenza costruita su misura per sé. Una storia che, per quanto recente, sembra ormai lontanissima. Gli sviluppi, almeno dal 2007 in poi, dicono che la stampa ha prima iniziato a snobbare Second Life e poi lo ha dimenticato.
Via: La Repubblica
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