Tra fotografie, filmati, programmi scaricati e nuovi messaggi email, ogni giorno accumuliamo byte e byte con velocità crescente. Per quanto abbondante al momento dell’acquisto, lo spazio su disco del nostro pc tende a esaurirsi. In più, sarebbe opportuno duplicare almeno una volta tutto il nostro archivio in una copia di sicurezza (backup), e di tanto in tanto sarebbe utile poter portare con sé un po’ di dati, magari per trasferirli dall’ufficio a casa o da un amico. Tutti questi compiti sono assolti perfettamente da un hard disk esterno, che si collega al pc e aggiunge spazio a volontà.
Gli hard disk sono classificati principalmente in base al diametro dei piatti rotanti al loro interno. Si varia da 1.8 pollici o anche meno, ai 2,5” impiegati sui pc portatili per finire con i 3,5” che equipaggiano di solito i pc da tavolo. Un disco da 2,5” è per vocazione portatile: sta nella tasca di un giaccone e non ha bisogno di un alimentatore esterno, perché prende corrente dalla porta Usb. I dischi da 3,5 pollici hanno bisogno di un alimentatore, sono più ingombranti, pesanti e talvolta rumorosi (per via della ventola), ma hanno un grande pregio: possono contenere fino a 1 Terabyte (TB) di dati contro i 320 GB di un disco da 2,5”.
Il sistema più utilizzato per collegare l’hard disk al pc è l’interfaccia Usb 2.0. Oltre all’Usb, la connessione più utilizzata è il Firewire. Se non ci interessano particolarmente le prestazioni, un disco Usb è sicuramente la scelta più pratica e conveniente. I dischi Firewire sono ideali per il trasferimento veloce di grandi quantità di dati (produzione audio e video, o per l’installazione di programmi e videogiochi).
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