Produrre energia imitando i processi che avvengono all'interno del Sole adesso è un obiettivo più vicino. Per la prima volta un esperimento condotto negli Stati Uniti, scritto sulla rivista Nature, è riuscito a riprodurre una quantità di energia superiore a quella utilizzata per innescare la reazione. E' un risultato atteso da decenni in tutto il mondo anche se c'è ancora tanta strada da fare prima di riuscire a produrre energia pulita imitando il motore delle stelle. Secondo gli esperti saranno necessari ancora anni di lavoro, ma quello che conta è che il primo passo è stato fatto.
Il risultato è stato ottenuto nel Lawrence Livermore National Laboratory, dove ricercatori hanno seguito una delle due strade che puntano ad imitare il cuore del Sole, quella del confinamento inerziale. In questo caso il carburante viene riscaldato con 192 laser fino a farlo implodere. L'altra strada è quella del confinamento magnetico e sarà applicata nel reattore sperimentale a fusione ITER in costruzione in Francia E' il frutto d'un progetto da 15 milioni di euro in cui l'Italia partecipa nell'ambito dell'Unione Europea, accanto a Russia, Cina, Giappone, Stati Uniti d'America e Corea del Sud.
Il programma, che prevede la costruzione del reattore nei primi dieci anni e il suo sfruttamento scientifico nei successivi 20, è finalizzato a dimostrare la possibilità di utilizzare la fusione come fonte di energia di larga scala, rispettosa dell’ambiente, praticamente inesauribile e sicura. ITER produrrà 500 Megawatt di potenza di fusione, con un guadagno di potenza di un fattore 10 per decine di minuti, e di un fattore 5 per tempi più lunghi, integrando e testando le tecnologie essenziali per il reattore.
Il contributo europeo al costo di investimento è pari a circa il 45%, mentre ciascuno degli altri sei partner contribuisce per circa il 10%. Ciascuno dei partecipanti fornisce direttamente il proprio contributo in kind secondo uno schema di suddivisione concordato tra le parti già nel 2001. A tale scopo, ciascuno dei partner ha istituito delle agenzie nazionali per gestire i contratti di costruzione. L'Agenzia europea per ITER, denominata Fusion For Energy (F4E), ha sede a Barcellona (Spagna).
Il progetto ITER permetterà di verificare la fattibilità scientifica della fusione e fornire elementi tecnologici e ingegneristici per sviluppare entro 30 anni un prototipo di impianto (DEMO) capace di produrre energia elettrica con continuità. Quello ottenuto negli Stati Uniti "è indubbiamente un passo in avanti importante", ha osservato il fisico Giuseppe Mazzitelli, responsabile della gestione dei grandi impianti sperimentali dell'Enea. "Dimostra infatti la fattibilità scientifica della fusione dal punto di vista del confinamento inerziale", ha aggiunto.
"La strada da fare è però ancora molto lunga: per produrre energia - ha rilevato - bisogna che questi esperimenti si ripetano 20 volte al secondo. E per raggiungere questo obiettivo ci sono ancora tanti problemi tecnici da risolvere". La resa dell'esperimento è stata infatti 10 volte maggiore di quanto era stato ottenuto in precedenza. Sono della stessa opinione gli stessi autori dell'esperimento: "c'è ancora molto lavoro da fare - ha detto Hurricane - e dobbiamo affrontare ancora molti problemi di fisica, ma il nostro gruppo sta lavorando per affrontare tutte queste sfide".
Via: ENEA
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