Spazio, Europa alla ricerca del pianeta gemello della Terra con Plato


Sarà il cacciatore di pianeti Plato, la terza missione di classe media del programma Esa Cosmic-Vision 2015-2025. La ricerca del gemello della Terra si conferma dunque tra gli obiettivi scientifici del secolo anche per l'Agenzia spaziale europea (ESA). PLATO (PLAnetary Transit and stellar Oscillations) sarà un grado di scrutare grandi zone di cielo per individuare pianeti in orbita attorno a oltre un milione di stelle attraverso la tecnica del transito. E lo farà grazie a 34 piccoli telescopi disegnati da un team di scienziati coordinato da Roberto Ragazzoni dell'INAF. 

Oggetti dalle caratteristiche straordinarie: ogni strumento sarà in grado di mettere a fuoco una porzione di cielo estesa 5.000 volte l'area della Luna e tutti insieme abbracceranno un campo di vista paragonabile a quello dell'occhio umano. Ciò permetterà a Plato di osservare circa 100.000 astri alla volta. Gli scienziati contano di individuare migliaia di sistemi extrasolari e cercheranno di caratterizzare quelli che ospitano Superterre e pianeti con dimensioni e caratteristiche simili al nostro, in orbita nella fascia abitabile della loro stella, dove potrebbe scorrere acqua allo stato liquido.


Insomma, se nella nostra galassia si nasconde un mondo alieno che ci somiglia, Plato ha le carte in regola per scovarlo. Il contributo italiano al satellite è finanziato dall'Agenzia spaziale italiana che attraverso l'Asi Science Data Center (Asdc) si occuperà anche di un segmento relativo all'elaborazione dei dati. Plato sarà lanciato nel 2024 e si posizionerà in orbita attorno al punto lagrangiano L2, a un milione e mezzo di km dalla Terra, dove, proprio ora, il satellite Esa Gaia sta realizzando una mappa in 3D delle stelle della Via Lattea, censimento che tornerà molto utile anche al futuro cacciatore di esopianeti.


"PLATO completerà il lavoro iniziato da GAIA, il satellite lanciato lo scorso dicembre dall'Agenzia Spaziale Europea, che nei prossimi anni censirà le stelle nell'intorno del Sole determinandone posizione e tipologia con accuratezza mai raggiunta prima", dice Giampaolo Piotto, docente di Astronomia dell'Università di Padova, e membro dello Science Team "PLATO ci dirà quali tra queste stelle ospitino sistemi solari simili al nostro, e ci fornirà la completa comprensione dell'architettura di questi sistemi solari, e di dove possa essere presente la vita". Una volta lanciato PLATO sorveglierà un milione di stelle per sei anni.

"La comunità italiana è entusiasta per le opportunità fornite da PLATO. Siamo già molto attivi nello studio degli esopianeti; abbiamo in corso un progetto molto ambizioso (GAPS) con lo spettrografo HARPSN al Telescopio Nazionale Galileo, considerato uno degli strumenti di punta dell’astrofisica mondiale in questo settore, e stiamo preparando la missione CHEOPS, una piccola missione spaziale dell'Agenzia Spaziale Europea, che partirà nel 2017, per caratterizzare esopianeti noti", dice Isabella Pagano, coordinatrice per INAF del progetto. La missione Plato va ad aggiungersi ad altre due di classe media e con forte partecipazione Inaf come Solar Orbiter e Euclid.


Fonte: TMNews
Via: INAF
Immagine credit: ESA
Disegno: Thales Alenia Space

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