IBM, continuità operativa come vantaggio competitivo per le aziende


Un "downtime" di poche ore può costare milioni e danneggiare la reputazione aziendale. Che si tratti di creare prodotti, curare pazienti, erogare servizi o comunicare con clienti, oggi la dipendenza delle aziende da applicazioni e sistemi IT "business critical" è tale che eventuali interruzioni della continuità operativa - accidentali o dolose - possono provocare ingenti danni economici e di reputazione, fino a mettere addirittura in discussione la sopravvivenza stessa delle aziende.


Secondo un'indagine condotta a livello internazionale da IDC (IDC QuickPoll Survey, Luglio 2013), la stima dei costi medi per ogni ora di non disponibilità di infrastrutture e applicazioni IT critiche - il cosiddetto "downtime" - può variare da circa 200.000 dollari per le imprese più piccole fino a oltre 1,5 milioni di dollari per quelle grandi. 

Si tratta di valori in linea con quanto emerso anche in uno studio apposito promosso da IBM (The Economics of IT Risk and Reputation - What business continuity and IT security really mean to your organization, Settembre 2013), secondo il quale l'impatto economico di eventi imprevisti e attacchi informatici varia da una media che va da 1 milione di dollari per un'interruzione di poco tempo a più di 14 milioni di dollari per un'interruzione di considerevole entità, la cui durata si avvicina alle 8 ore. 

Al computo di questi costi contribuiscono diverse voci: l’interruzione dei processi operativi, la perdita di dati, i costi di recovery, il calo di qualità o la totale indisponibilità del servizio clienti, la perdita di clienti, il calo di fatturato, i danni di immagine e reputazione, i costi di fermo del personale, il pagamento di possibili clausole penali e infine l’insorgere di possibili cause giudiziarie. Per proteggere l’attività e la reputazione aziendale, è necessario approntare una strategia di business continuity. 

Abbandonando ogni forma di approccio legacy e tattico, la strategia di gestione e controllo dei rischi operativi deve diventare parte integrante del processo di business, estesa a tutta la catena del valore e condivisa da tutto il management aziendale. In questo modo è possibile assicurare la continuità dei servizi IT di fronte a qualunque evento anomalo, ma soprattutto trasformare in un reale vantaggio competitivo la capacità di mantenere attive tutte le attività "mission critical" aziendali. 

L'IBM Business Continuity Summit 2014, giunto quest'anno alla sesta edizione e organizzato come sempre in collaborazione con IDC, si propone di illustrare gli scenari attuali e futuri della business continuity, fornendo ai partecipanti un quadro completo su come si possano gestire i rischi introdotti dalle nuove tecnologie aumentando nel contempo efficienza e competitività. La giornata prevede interventi di esperti di IBM e di IDC provenienti dall'Italia e dal mondo, e testimonianze di importanti aziende italiane. 

L'agenda, dopo il benvenuto, si comporrà di diversi interventi suddivisi in quattro momenti: il contesto e il mercato; la ricerca e sviluppo con uno sguardo al futuro; le esperienze delle aziende; infine, l’esperienza di IBM. Tra i relatori Enrico Cereda e Richard Cocchiara di IBM, Donna Taylor di IDC, Agostino Ragosa dell’Agenzia per l’Italia Digitale, Valentino Moroni di Phoenix Informatica Bancaria e Anthony Cecil Wright di ANSSAIF. 

Il BCS 2014 si svolgerà il 3 aprile prossimo presso l'IBM Client Center di Segrate (Milano) e in videoconferenza presso l'Auditorium IBM di Roma. Per l’agenda completa è possibile consultare i siti http://www.idcitalia.com/ita_IBMBCS_2014 e https://ibm.biz/BdRP9C. Hashtag ufficiale dell'evento: #IBMBCS14 Per maggiori informazioni sui servizi IBM di Business Continuity visitare i siti www.ibm.com/services e www.ibm.com/it/it/services/bcrs


Fonte: IBM

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