Tumori: malto come strumento anticancro, fa suicidare cellule malate


Il maltolo può avere una funzione antitumorale aiutando a costruire classi di molecole che spingono al "suicidio" le cellule malate. Due studiosi Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo" hanno individuato nel "maltolo", una sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè e in moltissimi altri prodotti naturali, la possibilità di utilizzarlo per lo sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata attività antineoplastica.

La scoperta rappresenta un notevole avanzamento nella ricerca di nuove strategie terapeutiche contro il cancro tanto da avere ottenuto il brevetto nazionale, nell’attesa di quello internazionale. Per la Legge sulle invenzioni e per la Convenzione sulla concessione di brevetti europei (CBE) tutti i brevetti che hanno per oggetto un composto chimico, devono possedere requisiti di novità, originalità ed industrialità.

In ciascuno degli Stati contraenti per i quali esso è concesso, il brevetto europeo ha gli stessi effetti ed è soggetto alle medesime regole di un brevetto nazionale concesso in questo Stato. Questo lavoro è il frutto di una sinergia multidisciplinare tra due gruppi di ricerca quelli del dott. Mirco Fanelli di estrazione prettamente biomedica e l’altro, del prof. Vieri Fusi, prettamente chimica, legati dal desiderio di esplorare e di progredire nei relativi bagagli scientifici e culturali.

Prof. Vieri Fusi e dott. Mirco Fanelli

Il gruppo di ricerca diretto dal dott. Mirco Fanelli, con sede a Fano presso il Centro di Biotecnologie, è impegnato da tempo negli studi del ruolo delle alterazioni epigenetiche nel sviluppo del cancro ed ha recentemente sviluppato una tecnica innovativa denominata PAT-ChIP finalizzata allo studio dell’epigenoma direttamente nei campioni derivati dai pazienti e conservati in paraffina (FFPE). I tessuti fissati nella formalina e inclusi nella paraffina sono utilizzati giornalmente di routine negli ospedali di tutto il mondo per la diagnosi istopatologica di malattie come il cancro.

Il gruppo del professore Vieri Fusi, si è da sempre occupato di riconoscimento molecolare, dello sviluppo sintetico di recettori e metallo-recettori e degli aspetti termodinamici che guidano il riconoscimento tra due specie chimiche. Le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce a un vero e proprio suicidio, una morte cellulare programmata.

"Negli ultimi anni - spiegano Vieri Fusi e Mirco Fanelli - la ricerca in campo oncologico sta affrontando l’intera problematica attraverso una doppia strategia: da un lato cerca di comprendere a fondo le peculiarità molecolari alla base della patologia stessa e, dall’altro, prova a sviluppare nuove molecole come potenziali farmaci (drug discovery). I due approcci non navigano necessariamente su due binari diversi ed è proprio con la scoperta dei meccanismi molecolari alterati nella cellula neoplastica che si gettano le basi per lo sviluppo di nuove molecole atte a correggere quelle alterazioni".

Di seguito alcuni dettagli:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22296279
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20571494
- Attestato di Brevetto per Invenzione Industriale - Ministero dello Sviluppo Economico - del 22.02.2012 (n° 0001392249) - Inventori: Fanelli-Fusi



Via: Uiurb

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