È durata lo spazio di poche ore la convinzione che il governo iraniano avesse rimosso i filtri a Facebook e Twitter, da ieri improvvisamente accessibili per gli internauti nella Repubblica Islamica. Immediata è arrivata la doccia fredda su chi credeva a una nuova apertura in senso democratico del nuovo presidente, il moderato Hassan Rohani eletto lo scorso giugno. L'Iran ha reso accessibili per 24 ore i social network Facebook e Twitter, ma solo come conseguenza di un ''problema tecnico''.
«L’assenza di un filtro a Facebook, registrata la notte scorsa, a quanto pare sembra sia stata dovuta a problemi tecnici che hanno permesso l’accesso», ha affermato Abdolsamad Khoramabadi, funzionario statale incaricato di vigilare sulla censura e sui crimini informatici. Khoramabadi, citato dall’agenzia d’informazione "Mehr", ha quindi sottolineato che il governo «sta indagando» sull’accaduto «per verificare chi siano i responsabili», riferendosi agli internet provider iraniani.
Dichiarazioni che hanno spento sul nascere l’entusiasmo di chi pensava a una svolta del governo sull’accesso al web. Addetti ai lavori dicono che il problema tecnico potrebbe essere stato causato da lotte intestine tra i gruppi che cercano di riaprire i siti web. Il blocco a Facebook e Twitter in Iran risale al 2009, ovvero al periodo delle proteste organizzate dall’Onda Verde contro la rielezione dell’allora presidente, Mahmoud Ahmadinejad.
I due social network, infatti, nelle prime fasi della contestazione si rivelarono validi strumenti per l’opposizione, che li utilizzava per comunicare notizie all’estero e per organizzare le manifestazioni antigovernative. Da allora Facebook e Twitter sono accessibili in Iran solo attraverso particolari software. Malgrado la censura delle autorità, negli ultimi due anni nella Repubblica Islamica si è registrato un vero e proprio boom di Facebook. Secondo le ultime stime ufficiali, sono circa due milioni gli iraniani registrati al social network.
Lo sblocco di alcuni accessi a Facebook e Twitter in Iran segue di alcuni giorni un segnale di un possibile allentamento parziale della censura. Da alcuni mesi anche la Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, ha una propria pagina personale sul social di Mark Zuckerberg (facebook.com/www.Khamenei.ir), mentre Rohani ha un account su Twitter (@khamenei_ir), al punto che si è aperto un dibattito ai vertici dell’establishment politico-religioso sull’opportunità o meno di consentire l’accesso anche ai cittadini.
Se da un lato il governo di Teheran continua a perseguire una politica di controllo ferreo di Internet, dall'altro alcuni utenti iraniani hanno comunque trovato il modo di accedere ai social network in questi anni, attraverso l'utilizzo di software clandestini. Per raggiungere i luoghi, molti iraniani ha iniziato ad usare Virtual Private Network o VPN, software per connettersi tramite computer che si trovano al di fuori del paese, anche se il ministro delle telecomunicazioni, ha distribuito la tecnologia per bloccare gran parte di quel tipo di traffico. Nel frattempo, l'uso di VPN è stato vietato negli internet cafè.
Fonte: Adnkronos
Via: New York Times
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