Sisma: popolo Web si mobilita, per sismologo scossa non prevedibile


Anche il popolo del Web si mobilita dopo la nuova scossa di terremoto in Emilia Romagna. Appelli a usare il cellulare solo in caso di estrema necessità e ad aprire le reti wi-fi private. E ancora, i numeri di telefono per segnalare le emergenze e le necessità più urgenti. "Il popolo della rete si è mobilitato così più su Twitter che su Facebook, e i social network sono diventati anche 'fonte' di notizie", scrive Quotidiano.net.


L’INGV sta diffondendo le notizie in tempo reale, attraverso un proprio blog all’indirizzo ingvterremoti.wordpress.com. Ferrovie dello Stato hanno comunicato con un tweet la riapertura della circolazione dei treni: "riaperte tutte le linee ferroviarie. Circolazione #treni verso la normalità". E Roberto Saviano su Twitter scrive: "Non usare cellulari nelle zone colpite dal terremoto, le reti sono sovraccariche. Chi ha connessioni internet renda libero l’accesso al wifi".


"Appello ai cittadini: aprite le reti wi-fi per migliore copertura delle zone colpite, aiutando cos i soccorsi", scrive Antonio Di Pietro, sempre su Twitter.  Per facilitare le comunicazioni, ostacolate dal tilt dei collegamenti telefonici cellulari intasati subito dopo il sisma, il Comune di Bologna ha deciso di aprire a tutti il sistema Wi-Fi di collegamento alla rete internet municipale Iperbole. Chiunque può dunque accedervi liberamente senza la necessità di dover digitare la password.


E la Provincia di Modena ha attivato un conto corrente sul quale è possibile effettuare versamenti per raccogliere risorse che saranno interamente devolute alle persone colpite dal terremoto: codice Iban IT 52 M 02008 12930 000003398693, indicare la causale "terremoto maggio 2012 - Presso la sede di Giovane Italia Modena in via Castellaro 13 a Modena Raccolta beni alimentari di prima necessità (pasta, pane, pelati, acqua) per le tendopoli della provincia di Modena.



"In Italia i terremoti seguono un andamento molto variabile", dice a SkyTG24 Massimo Compagnoni, geologo del Politecnico di Milano. "Non ci si può mai sbilanciare dicendo che siamo nella fase finale della sequenza. Il terremoto più simile a questo risale al 1570". "Siamo nel pieno di una sequenza sismica" dice anche il geologo dell’università di Roma 3 Massimo Mattei, che non si sbilancia sui comportamenti che dovrebbero adottare le persone che si trovano nelle zone colpite dal sisma.

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