Agenzia delle Entrate, accesso telematico abusivo ai sistemi: un arresto


La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha arrestato una persona responsabile di accesso abusivo ai sistemi informatici dell'Agenzia delle Entrate e detenzione abusiva di codici di accesso. Le indagini, eseguite da personale del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC), hanno permesso di accertare una complessa attività finalizzata alla fraudolenta acquisizione dei codici di accesso nella disponibilità di piccoli Comuni, utilizzati in seguito per accedere alla banca dati dell'anagrafe tributaria.

L'arrestato, titolare di un'agenzia di recupero crediti, - si legge in una nota della Polizia - spacciandosi per un tecnico addetto ai servizi informatici dell'anagrafe tributaria, è riuscito nel tempo a carpire la fiducia di diversi ignari dipendenti, fino ad arrivare a gestire direttamente le credenziali di accesso ai predetti servizi informatici, con tanto di gestione diretta del previsto cambio password periodico.In soli pochi mesi l'uomo ha effettuato diverse migliaia di accessi abusivi ed interrogazioni all'anagrafe tributaria, profilando altrettanti utenti ignari.

A far scattare le indagini sono state le stesse verifiche interne dell'Agenzia dell'Entrate che hanno evidenziato l'anomalo numero di accessi provenienti da piccoli uffici territoriali e le segnalazioni di alcuni dipendenti comunali insospettiti dalle continue telefonate del "tecnico". Si è potuto ricostruire un complesso sistema di web masquerating basato sull'utilizzo di schede sim e chiavette per la navigazione mobile intestate a cittadini extracomunitari, reti wireless più o meno protette, sfruttate dall'arrestato per mascherare le proprie connessioni, spesso sfruttando il wi-fi di ignari cittadini.

La geolocalizzazione delle connessioni, e l'analisi dei tabulati effettuata ed incrociata con i riscontri di attività "classiche" di polizia giudiziaria ha infine permesso di identificare l'autore degli accessi abusivi. Dall'ingente numero di interrogazioni al momento al vaglio dei tecnici, non si esclude un vero e proprio commercio di preziose informazioni sensibili. Ulteriori riscontri si avranno dall'analisi dei computer sequestrati sia nell'abitazione dell'individuo che nell'agenzia di recupero crediti.


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