Facebook diventa fonte giornalistica e va regolato secondo gli italiani

Facebook è divenuto un'effettiva fonte di informazione per i media, basti pensare ad alcuni dei più recenti fatti di cronaca, quando le foto o le informazioni sulle vittime o sugli autori di reati efferati vengono prelevate proprio dai profili e diffuse da tv e stampa.
Le potenzialità comunicative di questo strumento e allo stesso tempo la mancanza di un controllo efficace sui contenuti pubblicati, l'indispensabile tutela della privacy, hanno portato recentemente l'opinione pubblica a confrontarsi sulla necessità di una regolamentazione più specifica e aggiornata per la Rete e in particolare per i social network.
L'attenzione degli italiani verso questo tema è confermata dall'indagine condotta dall'Eurispes in merito all'utilizzo dei social network: il 41,8% dei partecipanti ritiene che l'utilizzo di questi debba essere maggiormente regolamentato, mentre il 24,5% esprime una posizione diametralmente opposta, sostenendo che i social network debbano essere completamente liberi e senza censure. Il 10,5% pensa che i siti di aggregazione sociale siano dannosi per la privacy, solo il 3,5% ritiene che questi possano favorire nuove forme di illegalità e, infine, il 7,1% ritiene i social network pericolosi in quanto possibili veicoli di messaggi fortemente ideologici o violenti. Rilevante è anche la percentuale (12,6%) di chi ha dichiarato di non sapere o di non poter rispondere al quesito posto, segno della complessità del tema che contrappone la libertà di espressione alla sicurezza individuale e collettiva.
Analizzando le risposte per fasce d'età, emerge che a risentire maggiormente della necessità di una regolamentazione più rigida sono i 45-64enni (46,8%), fascia che probabilmente comprende molti genitori di giovani frequentatori dei social network. Anche le fasce giovanili (18-24 anni e 25-34 anni), più rappresentative del fenomeno in quanto composte dai principali utilizzatori degli stessi, si attestano su percentuali alte (rispettivamente 41,9% e 38,5%). Un terzo dei 25-34enni (30,7%) invece si è dichiarato a favore della totale assenza di controlli e censure. Tra i più giovani si tende a non vedere nei social network un pericolo: solo il 4,7% li ritiene una nuova via per l'illegalità, l'8,1% li identifica come strumenti per diffondere messaggi violenti e l'11,5% pensa che siano dannosi per la propria privacy.
Fonte: La Stampa

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