Garante Privacy, vietato diffondere dati malati di Sla su sito Comune


Dal Garante per la privacy nuove misure per i malati di Sla e i dipendenti della PA. Il Garante ha ribadito che sui siti della pubblica amministrazione non possono essere pubblicati atti e documenti contenenti dati sullo stato di salute dei cittadini, e per questo ha fatto oscurare dal sito web di un comune siciliano i dati personali contenuti in una determinazione dirigenziale riferita al "Sostegno economico ai soggetti affetti da Sclerosi laterale amiotrofica" (Sla) contenente dati personali anche sensibili.

Il provvedimento - si legge sulla Newsletter dell'Autorità - ha preso il via dalla segnalazione di un'associazione. Le legittime esigenze di trasparenza on line nella PA devono rispettare la dignità delle persone. Sul sito del Comune non possono essere pubblicati atti e documenti contenenti dati sullo stato di salute dei cittadini né altri dati eccedenti. Il Garante privacy ha fatto oscurare [doc. web n. 2747962] dal sito web di un Comune siciliano i dati personali contenuti in una determinazione dirigenziale. 

Nell'atto del Comune si faceva riferimento alla patologia sofferta dal soggetto beneficiario del sostegno economico con indicazione in chiaro dei relativi dati anagrafici (nominativo, luogo e data di nascita). Inoltre venivano riportati in chiaro altri dettagli eccessivi quali i dati anagrafici del familiare referente del malato (nominativo, luogo e data di nascita) con i relativi dati di residenza, il codice fiscale e il codice Iban su cui accreditare le somme, con la seguente causale "Sostegno economico al familiare di persona affetta da Sclerosi laterale amiotrofica…". 

Il trattamento dei dati - dice l'Authority - effettuato dal Comune è risultato illecito: come ha ricordato l'Autorità, le disposizioni del Codice della privacy, richiamate anche dalle Linee guida sulla trasparenza on line della PA emanate dallo stesso Garante nel 2011, vietano espressamente la diffusione di dati idonei a rivelare lo stato di salute delle persone. I dati, per giunta, oltre ad essere visibili e liberamente consultabili sui sito istituzionale del Comune, erano facilmente reperibili anche sui più usati motori di ricerca, come Google: bastava digitare il nome e cognome delle persone.

Nel disporre il divieto di ulteriore diffusione dei dati del malato e del familiare referente, presenti nella determinazione, da qualsiasi area del sito, l'Autorità per la privacy ha prescritto all'amministrazione comunale di attivarsi presso i responsabili dei principali motori di ricerca per fare in modo che vengano rimosse le copie web del documento dagli indici e dalla cache. Con separato provvedimento  - si legge sulla Newsletter - il Garante avvierà la procedura per applicare la sanzione amministrativa.


Via: TMNews

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