Gli automobilisti italiani - si dice - mentre si trovano alla guida dell’auto sono soliti impiegare il tempo in modi diversi, ma uno emerge fra tutti: parlare e messaggiare con il telefono cellulare. È quanto si rileva da una dettagliata analisi svolta dall’ASAPS – l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale – che ha svolto su tutto il territorio nazionale un monitoraggio sull’utilizzo del telefonino da parte dei conducenti di veicoli.
L’iniziativa, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione lanciata dall’ASAPS qualche mese fa dal titolo “Un messaggio a volte accorcia la vita”, ha coinvolto decine di volontari dell’ASAPS che si sono piazzati su alcuni degli incroci più trafficati delle città prese in esame ed hanno pazientemente contato tutti coloro che transitavano lungo la strada intenti a telefonare e messaggiare. Torino, Milano, Firenze, Bologna, Roma, Napoli, Palermo, sono state soltanto alcune delle principali città messe sotto la lente d’ingrandimento dall’ASAPS, ma il monitoraggio ha riguardato anche altri importanti centri quali Arezzo, Benevento, Forlì, La Spezia, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Trento e poi ancora Busto Arsizio, Cesena, Marcianise, Monselice ed altri ancora.
La campionatura, che ha “osservato”, nei mesi di novembre e dicembre 2013, decine di migliaia di automobilisti (32.650 per l’esattezza) circolanti durante il giorno nelle fasce orarie di maggiore traffico (dalle ore 8 alle ore 9, dalle ore 12 alle ore 13, dalle ore 18 alle ore 19) e in diversi giorni feriali della settimana, rappresenta fino ad oggi un campione unico nel suo genere. Notevole il lavoro svolto dai rilevatori dell’ASAPS, che hanno preso in esame non soltanto la genericità dei conducenti di auto, ma hanno suddiviso i risultati per tipologia di strade e, soprattutto, per sesso del conducente.
I risultati sono stati per certi versi sorprendenti ed hanno messo in luce alcuni fenomeni forse non così scontati o noti alla popolazione, a cominciare dal dato assoluto che ha riguardato i conducenti di auto “sorpresi” alla guida del telefonino: gli automobilisti osservati sono stati complessivamente 32.650 e di questi i “telefonisti” sono stati 4.048, pari a una percentuale del 12,4%. Ciò significa che un conducente di auto ogni otto utilizza il telefono cellulare per comunicare a voce con altre persone o attraverso i vari servizi di messaggeria. Dei 4.048 guidatori colti al telefono, 3.057 sono risultati di sesso maschile (pari al 75,5%) e 991 (24,5%) di sesso femminile, dato quest’ultimo che in alcune città ha sfiorato picchi del 30%...!
Tra i “positivi” al telefonometro il 29% è risultato essere utilizzatore nella prima fascia oraria (dalle ore 8 alle ore 9), il 35% nella seconda (dalle 12 alle 13) e il 36% nella terza (dalle 18 alle 19). Unica eccezione: il 22% del numero complessivo dei conducenti sorpresi al telefono (cioè oltre uno su cinque) si trovava fermo al semaforo rosso. Una particolarità, questa, che forse non è mai stata presa in considerazione dalle stesse forze di polizia chiamate a contrastare questo dilagante e pericoloso fenomeno. Va infatti ricordato che la fermata all’incrocio resta un atto della circolazione stradale e, quindi, soggetta a tutte le norme del Codice della Strada, anche se ci rendiamo conto che gli italiani sono campioni olimpici di lancio e occultamento del cellulare alla vista di una divisa.
Una spiegazione all’insana abitudine potrebbe ricercarsi nel fatto che fermi al semaforo si ha il tempo di riordinare le idee, premere i tasti dell’apparecchio cellulare e conversare con apparente sicurezza, dimenticandosi invece che questa azione si traduce in una maggiore disattenzione se si considera che proprio agli incroci è più frequente il passaggio di pedoni. Per quanto riguarda la ripartizione in aree geografiche e come valore assoluto, invece, l’utilizzo del cellulare alla guida è prevalente al Nord (1.710 conducenti, pari al 42,2%), seguito dal Centro con 1.186 “telefonisti” (il 29,3%) e dal Sud con 1.152 (pari al 28,5%).
Notevoli anche le differenze tra le grandi città: se a Torino si è registrata una percentuale di “telefonisti” pari al 14% (il monitoraggio è avvenuto però nei pressi dello stadio e di alcuni centri commerciali), a Milano è stata invece del 12% e “soltanto” del 10,2% a Firenze. Più sostenuta a Verona e Forlì dove è stata superata la media nazionale con picchi fino al 16%. A Roma la percentuale di conducenti al telefono è stata del 13,6%, ma è stato rilevato un interessante numero di telefonisti a bordo di veicoli a due ruote (42 ciclomotoristi e motociclisti in tutto il Centro Italia, 32 dei quali a Roma ). Alta la percentuale dei positivi anche a Napoli (13,5%) e Palermo (14%).
Insomma, dalle Alpi al Canale di Sicilia, dalla fredda Pianura Padana al mite clima mediterraneo, pare che una buona fetta di coloro che conducono auto e persino moto non rinuncino al “piacere” di comunicare e persino a messaggiare con l’apparecchio cellulare. Peccato che l’indagine dell’ASAPS non abbia potuto fornire ulteriori spunti di riflessione, ma il presidente dell’associazione, Giordano Biserni, ha già stabilito che il prossimo monitoraggio riguarderà i conducenti di veicoli destinati al trasporto collettivo.
Notevoli anche le differenze tra le grandi città: se a Torino si è registrata una percentuale di “telefonisti” pari al 14% (il monitoraggio è avvenuto però nei pressi dello stadio e di alcuni centri commerciali), a Milano è stata invece del 12% e “soltanto” del 10,2% a Firenze. Più sostenuta a Verona e Forlì dove è stata superata la media nazionale con picchi fino al 16%. A Roma la percentuale di conducenti al telefono è stata del 13,6%, ma è stato rilevato un interessante numero di telefonisti a bordo di veicoli a due ruote (42 ciclomotoristi e motociclisti in tutto il Centro Italia, 32 dei quali a Roma ). Alta la percentuale dei positivi anche a Napoli (13,5%) e Palermo (14%).
Insomma, dalle Alpi al Canale di Sicilia, dalla fredda Pianura Padana al mite clima mediterraneo, pare che una buona fetta di coloro che conducono auto e persino moto non rinuncino al “piacere” di comunicare e persino a messaggiare con l’apparecchio cellulare. Peccato che l’indagine dell’ASAPS non abbia potuto fornire ulteriori spunti di riflessione, ma il presidente dell’associazione, Giordano Biserni, ha già stabilito che il prossimo monitoraggio riguarderà i conducenti di veicoli destinati al trasporto collettivo.
“Una prima idea ce la siamo già fatta - ha affermato Biserni – in quanto i nostri rilevatori, pur concentrandosi prevalentemente sul dato complessivo, hanno potuto notare una certa e frequente abitudine fra i conducenti di autobus e pullman di linea a telefonare durante il trasporto degli utenti”, pratica oggi vietata dal codice stradale ma che era permessa fino a qualche anno fa. Il monitoraggio sarà sviluppato nei prossimi mesi, quando al termine della stagione invernale apparirà più facile “osservare” gli autisti e tracciare l’ennesimo identikit del pericoloso “telefonista della strada.” Un ultimo appello dell’ASAPS per il prossimo capodanno: “non facciamoci prendere dalla smania di spedire o leggere i messaggini augurali alla guida – dice il presidente dell’ASAPS Giordano Biserni – visto che in una giornata normale se ne lanciano in Italia circa 260milioni. Aspettare di essere giunti a destinazione non significa certo venire meno al dovere di cortesia.”
MONITORAGGIO ASAPS
Fonte: ASAPS
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