Partiti: abolizione finanziamenti pubblici, Cdm approva ma in tre anni


Sarà abolito gradualmente, in tre anni, il finanziamento pubblico dei partiti. E' quanto prevede il ddl approvato oggi dal Consiglio dei ministri. La gradualità, spiegano fonti governative, servirà ad armonizzare la riforma in particolare con quella parte del nuovo sistema che prevede la devoluzione del due per mille del reddito dai privati cittadini. L'uso dello strumento fiscale richiede tempi tali per cui i partiti non potrebbero accedere alla nuova forma di finanziamento prima del 2016.

Il finanziamento pubblico, se verrà approvato in Parlamento il meccanismo studiato dal governo, prenderà avvio nel 2014, ma andrà a regime nel 2016. Solo a giugno 2015 gli italiani saranno infatti chiamati a dichiarare i propri redditi relativi al 2014. A quel punto saranno necessari altri mesi per permettere all'Erario di stabilire l'ammontare esatto della quota del 2 x 1000 da destinare a ciascun partito politico. 

Fino a tale momento, e quindi in via transitoria, a tutti i partiti è riconosciuto il taglio: del 40% nel primo esercizio successivo a quello dell'entrata in vigore del disegno di legge; del 50% nel secondo esercizio successivo a quello dell'entrata in vigore del disegno di legge; del 60% nel terzo esercizio successivo a quello dell'entrata in vigore del disegno di legge. Con il quarto esercizio finanziario successivo a quello dell'entrata in vigore del disegno di legge il finanziamento cessa. 

Un'altra norma di rilievo riguarda l'obbligo per i partiti di dotarsi di uno statuto che risponda a criteri di democrazia interna e di gestione trasparente dei fondi, pena l'esclusione dai benefici fiscali per le donazioni, dal diritto all'uso degli immobili pubblici e dei servizi, e dal finanziamento attraverso la leva fiscale. Ecco nel dettaglio: al posto del finanziamento pubblico entrerà in funzione un nuovo sistema che si fonderà sulla contribuzione volontaria da parte dei privati e che si potrà effettuare attraverso: a) detrazioni; b) 2 x 1000. 

Le erogazioni liberali in denaro, effettuate dalle persone fisiche in favore dei partiti politici, avranno dall'imposta lorda una detrazione pari: o al 52% per importi compresi fra 50 euro e 5.000 euro annui; o al 26 per cento (stessa percentuale di detrazione riservata per erogazioni alle Onlus) per importi tra i 5.001 e i 20.000 euro. Il 2 x 1000: il cittadino sceglie a chi dare i soldi I partiti politici che abbiano conseguito nell'ultima consultazione elettorale almeno un rappresentante eletto alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica potranno essere ammessi alla ripartizione annuale del 2 x 1000 della propria imposta sul reddito (Ire). 

Una decisione che assumerà il contribuente, sempre a decorrere dall'anno finanziario 2014, in fase di dichiarazione dei redditi mediante la compilazione di una scheda recante l'elenco dei soggetti aventi diritto. Per ottenere i contributi volontari, i partiti politici - precisa ancora la nota di palazzo Chigi - dovranno organizzarsi secondo requisiti minimi idonei a garantire la democrazia interna. Dovranno altresì assicurare la trasparenza e l'accesso a tutte informazioni relative al proprio funzionamento, anche mediante la realizzazione di un sito internet, completo nelle informazioni, chiaro nel linguaggio, facile nella consultazione. 

Su questo sito dovrà essere pubblicato il rendiconto di esercizio corredato dalla relazione sulla gestione e dalla nota integrativa, nonché il verbale di approvazione del rendiconto di esercizio. Il disegno di legge comprende inoltre nuove disposizioni in materia di comunicazione politica fuori dalla campagna elettorale: i partiti politici avranno diritto ad accedere a spazi televisivi messi a disposizione a titolo gratuito dalla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo ai fini della trasmissione di messaggi (della durata massima di un minuto) diretti a rappresentare alla cittadinanza i propri indirizzi politici.

Fonte: TMNews

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