Staminali, Andolina: soltanto qualche decina di persone potrà curarsi


Il dl Balduzzi è legge, il Senato ha dato l'ok definitivo al disegno di legge di conversione, e così in Italia ha il via libera, non senza polemiche, la sperimentazione del metodo Stamina, per la cura con cellule staminali mesenchimali di malattie "inguaribili", come quella di Sofia, la bimba di tre anni e mezzo di Firenze, affetta da una malattia neurodegenerativa, o Celeste affetta da atrofia muscolare spinale, che hanno intrapreso il metodo portato avanti da Davide Vannoni e Marino Andolina di Stamina Foundation

Ma il via libera alla continuazione della cura per chi l'ha iniziata e l'avvio della sperimentazione per 18 mesi dal primo luglio prossimo, ha subito restrizione nel passaggio alla Camera al Senato, per cui il testo definitivo sebbene sia "un significativo passo avanti" delude i pionieri di Stamina. "L'Italia si mette all'avanguardia ma poteva fare una rivoluzione, la montagna ha partorito un topolino", commenta Marino Andolina, pediatra, immunologo, pioniere del metodo e vicepresidente della fondazione Stamina, ora "solo qualche decina di persone potrà curarsi", ma almeno "c'è un passo avanti". 

Dopo il primo testo "rivoluzionario" del Senato, il paletto è stato inserito in commissione affari sociali alla Camera con un emendamento che prevede la produzione della cellule staminali, secondo la metodica della fondazione, nelle 13 cell factories italiane autorizzate dall'Aifa, ovvero trattate come farmaci. Le cellule staminali devono essere così lavorate in un laboratorio Gmp (Good Manufacturing Practicies), ovvero farmaceutico, mentre Vannoni e Andolina, chiedevano che siano usati i laboratori Glp, Good Laboratory Practice, quelli che si usano per i trapianti, "con procedure comunque garantite, ma molto più brevi e di più facile accesso".

Per la sperimentazione, per la quale vengono stanziati fino a 3 milioni di euro, il ministero della Salute si avvarrà quindi di di Aifa, Centro nazionale trapianti e coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità. Il problema quindi ora è anche vedere come verranno stabiliti i protocolli applicativi e a Stamina temono anche siano tropo "restrittivi". Il sì quasi unanime del Senato di oggi che ha convertito in legge il dl Balduzzi "è un piccolo significativo passo in avanti rispetto al nulla che c'era, meglio che niente, sono però deluso", dice a TMNews Marino Andolina, spiegando: 

"Il primo testo del Senato è stato stravolto alla Camera e quindi i senatori, per evitare che il testo decadesse sono stati costretti ad approvarlo con le modifiche apportate". Le cellule staminali non saranno prodotte in laboratorio Glp, ma in quelli Gmt di tipo farmaceutico: "La rivoluzione che il Senato aveva avuto il coraggio di far partire. Si torna alla direttiva europea, secondo i dettami delle multinazionali". E "non si parla più di terapie compassionevoli, non si parla di diffusione sul territorio nazionale, nei diversi ospedali, in modo da poter curare tutte le persone che lo chiedono bensì di un protocollo di ricerca, sicuramente molto serio, ma che riguarderà poche decine di persone".

Chi ha già intrapreso la cura è salvo, potrà proseguirla, spiega il medico, ma oltre a questi pazienti potranno entrare qualche decina in più per la sperimentazione, così come è stata concepita nel nuovo testo. Il timore di Stamina è, inoltre, che siano previste dal testo applicativo anche limitazioni al novero delle malattie. "Egoisticamente - aggiunge l'immunologo - l'aspetto positivo è che noi di Stamina vediamo la nostra metodica finalmente 'sdoganata': è dimostrato che non è pericolosa per la salute ed è abbastanza efficace per meritare una sperimentazione. Questo per noi di Stamina potrebbe essere anche una soddisfazione ma per centinaia di famiglie che non potranno far curare i propri cari è una tragedia".

Fra diciotto mesi, a partire al primo luglio, al termine della fase di sperimentazione, si potranno fare comunque i primi bilanci e la speranza è che o risultati siano da tali da poter anche estendere il metodo Stamina. Andolina non ha dubbi sull'efficacia e sull'esito positivo: "Abbiamo risultati documentati in cartella clinica". E per chi non ci crede ancora, è semplice, conclude: "Basta andare a vedere i pazienti che sono stati curati con il metodo Stamina, come erano prima e come sono adesso, dopo". Il padre di Celeste lo ripete sempre: "Perché nessuno mi chiede come sta ora mia figlia?".

Fonte: TMNews

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