Facebook potrebbe rivedere le impostazioni sulla privacy. «I nostri utenti ci hanno detto che abbiamo un pochino complicato le cose - ha detto Tim Sparapani, direttore delle public policy durante un'intervista -. Penso che metteremo una serie di opzioni a disposizione degli utenti che vogliono scegliere in maniera semplice come gestire i propri dati. Credo che arriveranno entro un paio di settimane».
Un singolare quiz, apparso di recente tra le pagine online del The New York Times: qual è il testo più lungo tra la Costituzione statunitense e le policy in materia di privacy di Facebook? La risposta nei numeri: 4.543 parole per lo storico documento a stelle e strisce, 5.830 parole per l'intero corpus che dovrebbe tutelare la riservatezza dei più di 400 milioni di iscritti al social network in blu.
Nelle scorse settimane è cresciuta la voce degli utenti insoddisfatti. Blog e giornali hanno segnalato le conseguenze delle novità introdotte nelle scorse settimane dal fondatore Mark Zuckerberg. Un gruppo di senatori americani, diverse associazioni dei consumatori e la Commissione europea si sono mossi, mentre in Italia si lavora al «Codice di autodisciplina a tutela della dignità della persona sulla rete internet».
Gli utenti, come testimonia il manager dell'azienda californiana, si sono fatti sentire. Il divenire delle cose ha fatto scattare dissidi anche all'interno della società. Come scrive il Wall Street Journal, dentro Facebook non tutti la pensano come l'amministratore delegato, Mark Zuckerberg, che a più riprese ha detto che la privacy, nell'era del social networking, muta di significato. In questo caso, però, le novità introdotte di default hanno fatto alzare qualche sopracciglio. Il management di Facebook si è incontrato diverse volte negli ultimi giorni.
Via: Il Sole 24 Ore
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