I militari della Guardia di Finanza di Milano hanno effettuato perquisizioni negli uffici milanesi di Telecom Italia nell'ambito di un'inchiesta della Procura su una truffa relativa a un numero molto rilevante di carte prepagate intestate a persone inesistenti e messe in circolazione tra il 2005 e il 2007. L'indagine è partita da un rapporto della società di consulenza Deloitte.
L'inchiesta riguarderebbe circa due milioni di schede sim ricaricate più volte: questo lascerebbe supporre, secondo i magistrati di Milano, un meccanismo truffaldino per far lievitare il numero dei clienti con vantaggi sia per il gruppo telefonico, che così poteva vantare un numero di abbonati superiore al reale, sia per i rivenditori, che venivano pagati anche con provvigioni legate al numero delle schede vendute.
Le Fiamme gialle si sarebbero recate anche alla sede della stessa Deloitte. In un rapporto commissionato da Telecom Italia la società di consulenza ha calcolato tra i 20/30 e i 60/70 milioni di euro i danni subiti per l'omesso controllo nel commercio di milioni di carte prepagate false messe in commercio. Una seconda indagine è stata aperta dalla Procura di Vicenza dopo che, la scorsa estate, è stato scoperto un mercato parallelo di schede telefoniche. Trenta persone, tra dirigenti e titolari di punti vendita Telecom e phone center, sono indagate per falso e frode informatica.
Secondo gli inquirenti vicentini è presumibile che la stessa Telecom abbia potuto trarre vantaggi dalla truffa, avendo attivato, nel periodo dell'indagine un numero abnorme di utenze, con possibili riflessi sul valore delle azioni della società. A Telecom, sempre nell'ambito dell'inchiesta di Vicenza, sono state contestate, di concerto con il Garante, violazioni amministrative al codice della Privacy, per aver omesso i controlli previsti e necessari sul trattamento dei dati personali.
Via: Tgcom24
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