La Fieg, la federazione dei maggiori editori, ha presentato mercoledi scorso alla Camera i dati sullo stato del settore nel triennio 2007-2009. Nel triennio i quotidiani hanno perso 558mila copie di venduto e nel 2009, secondo le ultime stime, si scenderà sotto quota "5 milioni" di media giornaliera (nel 2000 si era ancora sopra quota "6 milioni"). I segnali di maggiore debolezza vengono dai quotidiani nazionali (-9,5%) rispetto a quelli regionali (-4,9%).
Il primo trimestre del 2010 ha visto un ulteriore calo della diffusione del 6% per i quotidiani, che invece recuperano uno 0,6% di pubblicità sul primo trimestre 2009. Sulla pubblicità, la Fieg rileva «l'anomalia italiana» rispetto al resto d'Europa. La tv è al 53,9% dei ricavi nel 2008, la stampa, tutta, al 30,9. In Francia vi è parità (34,1% alla stampa, 33,7% alla tv).
In tutti gli altri paesi europei, com'è noto, la stampa ha percentuali superiori a quelle televisive, a eccezione del Portogallo; e, appunto, dell'Italia. «È una situazione difficile da reggere» - commenta Carlo Malinconico, presidente della Fieg - «occorre un'iniziativa in tempi brevi, coinvolgendo i motori di ricerca o quelli che hanno la connessione in Adsl».
Un'ipotesi potrebbe essere quella di un mini-prelievo per chi naviga on line. Basterebbe un prelievo di entità minima, l'equivalente di un caffé al mese, su chi ha la connessione a Internet per aiutare l'editoria ad affrontare la grave crisi che attraversa. Più che una proposta vera e propria é un'idea lanciata per tentare di risollevare un settore che ha bisogno immediato di ossigeno. Eppure è bastata solo l'ipotesi di una tassa sul web a scatenare un coro di proteste.
Si oppongono operatori del settore e consumatori, ma la rivolta monta soprattutto in rete. Su blog e social network la parola d'ordine è una sola: opporsi, e persino boicottare, qualsiasi balzello sulla libera circolazione sul web. Un'ipotesi, quella avanzata da Malinconico, che ricalcherebbe le proposte del governo tedesco: una tassa di possesso sul computer di 17,98 euro al mese, equivalente a quella esistente su tv o radio.
Gli introiti servirebbero a finanziare la ristrutturazione della rete tedesca, così da garantire a tutti la banda larga, ma anche a risarcire i quotidiani teutonici che si dicono penalizzati dalle news da parte di Google. Un tema, quello della circolazione gratuita delle notizie sul web, che ha spinto non solo Berlino, ma prima ancora Parigi, a proporre di finanziare l'editoria tassando gli introiti pubblicitari online dei colossi di internet come Google, Facebook e Microsoft.
Via: ANSA
Nessun commento:
Posta un commento