LinkedIn presenta Talent Pipeline, nuovo servizio per agenzie lavoro


Il lavoro prima di tutto e sembrano essersene accorti anche i social network. Per primi ci hanno pensato i dirigenti di LinkedIn che la settimana scorsa, in una conferenza tenutasi a Las Vegas di fronte a oltre 1.500 reclutatori e manager del settore, hanno presentato il nuovo servizio Talent Pipeline previsto per il 2012 e indirizzato alle agenzie di lavoro. Un tentativo di sincronizzare gli sforzi tra offerta e domanda, permettendo alle agenzie di collocare i propri archivi (curriculum, portfolio ecc.) sul sito della compagnia di Palo Alto. 

Le aziende in cerca di personale potranno così sfruttare oltre alle informazioni fornite dalle agenzie anche il database degli utenti di LinkedIn a cui saranno linkati i profili dei vari candidati. In pratica un doppio archivio consultabile interamente online. Secondo i dirigenti il progetto aiuterà anche chi è in cerca di occupazione (gli Usa contano un tasso di disoccupazione del 9,1%), perché sarà più facile accedere alle offerte di lavoro e proporre la propria candidatura o segnalarla ad un conoscente.

Facebook non ha perso tempo e ha annunciato un accordo con il Dipartimento del lavoro Statunitense e tre grandi agenzie specializzate nell’impiego. Anche l’amministrazione americana sembra essersi convinta delle potenzialità di questo cambiamento e ha annunciato la creazione di un vasto programma di formazione professionale basato su oltre 3.000 centri carriera sparsi lungo tutto il territorio nazionale. 

"La maggior parte delle persone che le aziende desiderano reclutare si trovano in posti di lavoro dove sono già felici - ha spiegato in conferenza Jeff Weiner, amministratore delegato di LinkedIn - è per questo che esistono i reclutatori specializzati, che però utilizzano metodi antiquati e non sono in grado di effettuare ricerche dettagliate. Noi forniamo invece strumenti in grado di affinare la ricerca in base a parametri quali la geografia, le lingue parlate, i campi correlati e la storia lavorativa”. Primi passi di ‘social jobs’ quindi, un’opportunità non solo per milioni di utenti ma soprattutto per i giganti californiani.



Fonte: La Stampa

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