Yahoo! Italia costretta a risarcire Mediaset per violazione di copyright


Il Tribunale di Milano ha accolto le richieste del gruppo Mediaset e ha stabilito che la diffusione non autorizzata di video televisivi di Mediaset da parte della societa’ “Yahoo! Italia” costituisce violazione del diritto di autore. Il Tribunale - informa una nota - ne ha vietato l’ulteriore diffusione sul portale “Yahoo! Video” fissando una penale di 250 euro per ogni video non rimosso e per ogni giorno di ulteriore indebita permanenza. 

La causa proseguira’ il 18 ottobre 2011 per determinare l’entita’ del risarcimento del danno subito da Mediaset. I tecnici di Yahoo! dovranno occuparsi della rimozione dei video dal portale, indipendentemente che li abbiano caricati loro o meno. Infatti i video potrebbero essere stati caricati sul sito da persone terze che comunque sono inscritti al servizio. Ed essendo Yahoo! responsabile dei contenuti del sito, deve rimediare in prima persona. 

“Questa decisione - afferma Mediaset - ribadendo un fondamentale principio di diritto, costituisce un altro passo decisivo nella direzione della tutela di tutti gli editori che investono nella produzione di contenuti originali e negli autori che li generano. Ancora una volta e’ stata infatti stabilita la diretta responsabilita’ dei provider in caso di diffusione non autorizzata di contenuti protetti da copyright. Viene cosi’ ulteriormente consolidata la giurisprudenza avviata dal Tribunale di Roma nei confronti di “Google/Youtube” e dal Tribunale di Milano verso ‘Italia On Line’. 

Mediaset ricorda espressamente le vicende che l’hanno vista e che la vedranno ancora di fronte a Google per alcuni video pubblicati su YouTube ed è questo uno dei possibili fronti su cui la sentenza potrebbe farsi sentire nonostante le due questioni siano simili ma non uguali. Youtube e Yahoo! hanno infatti differenti modalità di pubblicazione. Intanto la vicenda con Yahoo! si aggiornerà il 18 ottobre con una nuova puntata in cui dovrebbe essere stabilita in via definitiva l’entità del risarcimento da riconoscere al gruppo televisivo.

Via: La Stampa

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