Facebook: check contenuti appaltati in outsourcing ma utenti tutelati


Suscita nuove polemiche la decisione assunta da Facebook: affidare in outsourcing il controllo dei contenuti postati "segnalati" dagli utenti sul social network. La notizia e' stata confermata poco fa da Facebook. Segue alle rivelazioni delle linee guida di Facebook da parte di Amine Derkaoui, una dipendente marocchina di oDesk, azienda incaricata da Facebook della gestione dei contenuti sospettati di essere "inappropriati".

La decisione viene spiegata da Facebook Italia con la mole enorme di materiale da seguire: "Per processare in modo rapido ed efficiente milioni di segnalazioni che riceviamo ogni giorno, abbiamo deciso - spiega Facebook - di appoggiarci a societa' esterne per effettuare una classificazione iniziale di una piccola parte dei contenuti segnalati". Il social network rassicura tuttavia gli iscritti circa il rispetto della privacy: 

"Queste societa' sono soggette a rigorosi controlli di qualita' e abbiamo implementato diversi livelli di tutela - sottolinea Facebook Italia - per proteggere i dati degli utenti che usano il nostro servizio. Inoltre nessun'altra informazione viene condivisa con terzi oltre ai contenuti in questione e alla fonte della segnalazione. Abbiamo sempre gestito internamente le segnalazioni piu' critiche e tutte le decisioni prese dalle terze parti sono soggette a verifiche approfondite". 

Diciassette pagine di manuale e una scheda con l'elenco dettagliato degli argomenti vietati e delle immagini da censurare. Si va dal divieto di pubblicare foto di allattamento, a quello di rappresentare la marijuana "se in un contesto di spaccio", fino alla censura politica. In Turchia e' vietato parlare del Pkk o pubblicare mappe del Kurdistan e di bandiere turche in fiamme, o attaccare Ataturk. 

La prima delle sezioni e' dedicata a 'Sesso e nudita'': vietata la rappresentazione ogni tipo di attivita' sessuale, "anche se parti nude sono coperte dalle mani, da vestiti o oggetti"; sono permessi invece "baci ed effusioni anche tra omosessuali"; "vietato mostrare capezzoli femminili mentre quelli maschili sono ok". 

Tra le immagini che vengono censurate quelle di "persone ubriache" o di "persone che vanno in bagno". Ma si arriva anche alla censura di espressioni come "I love hearing skull crack" (Mi piace sentire un cranio che si frattura), indipendentemente dal contesto, o di frasi che "mostrino il sostegno a organizzazioni o persone note per la loro violenza".




Via: AGI

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